Ospedali sotto attacco a Napoli, preso l'aggressore del primario al Loreto Mare

Ospedali sotto attacco a Napoli, preso l'aggressore del primario al Loreto Mare
di Melina Chiapparino
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 09:33
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I poliziotti lo hanno bloccato in un bar, a pochi passi dall'ospedale Loreto Mare dove aveva minacciato di uccidere un medico. Il 30enne napoletano che lunedì scorso aveva promesso al primario del pronto soccorso di infilzarlo con 28 coltellate, stava sorseggiando un caffè quando è stato accerchiato dagli agenti del Commissariato Vicaria. Il blitz è durato una manciata di istanti, durante i quali il ricercato non è riuscito a fuggire come invece era accaduto il giorno prima.
 
Nelle 24 ore precedenti alla sua cattura, infatti, il 30enne, pregiudicato e con precedenti anche per rapina, aveva fatto irruzione nell'area medica del presidio di via Vespucci, minacciando un chirurgo e pretendendo che gli levasse dei punti di sutura dal braccio, senza attendere il proprio turno. Le urla dell'uomo, avevano attirato l'attenzione di Alfredo Pietroluongo, 68enne primario del pronto soccorso intervenuto con fermezza per aiutare il collega, imponendo all'uomo di uscire immediatamente dall'area medica. A quel punto, tra spintoni e colpi sul petto, erano arrivate le minacce. «Ti aspetto fuori dall'ospedale e ti uccido con 28 coltellate» aveva detto l'uomo a Pietroluongo ricoprendolo di insulti e promesse di vendetta. «Ho cercato per 25 minuti il poliziotto e non trovandolo, ho chiamato il 113 si è sfogato il primario - ma all'arrivo della volante l'uomo si era dileguato».

Le indagini della polizia per identificare l'aggressore sono partite dalla raccolta delle testimonianze, prima di tutte, quella del primario minacciato che ha reso possibile anche un identikit fisico ben dettagliato dell'uomo. Nel giro di meno di 24 ore, gli investigatori hanno ricostruito l'identità del pregiudicato e le sue abitudini, monitorando i luoghi che solitamente frequentava fino all'appostamento che ne ha permesso la cattura. Gli agenti del Commissariato diretto da Davide Della Cioppa, hanno bloccato l'uomo in un bar su via Luigi Serio, poco distante dal Loreto Mare. Il 30enne è stato portato negli uffici della sezione investigativa per essere sottoposto al riconoscimento. Il dettaglio che ha incastrato irrimediabilmente il pregiudicato, sono stati i punti di sutura sul braccio. L'uomo è stato denunciato per minacci gravi e deferito in stato di libertà.

«Ho denunciato perché solo individuando i responsabili possiamo scoraggiare altri aggressori - afferma Pietroluongo - se la videosorveglianza avesse funzionato sarebbe stato ancora meglio, per questo mi offro di acquistare delle telecamere, mettendoci una quota e lancio l'appello a chiunque voglia partecipare». Dunque una delle soluzioni, proposte dal personale del Loreto, consiste nella «identificazione di chiunque acceda al pronto soccorso». Una linee condivisa anche dai vigilantes. «Le guardie particolari giurate non hanno poteri autoritativi e ne certificativi - ha dichiarato Giuseppe Alviti dell'Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate - basterebbe il titolo di ausiliare di agente di pubblica sicurezza per identificare persone e, se è il caso e anche porle in arresto».

Dagli M5s in Regione, arriva una petizione. «Stiamo preparando una raccolta firme per chiedere sistemi sicuri di chiusura delle porte di accesso ai pronto soccorso - spiega Valeria Ciarambino, consigliera pentastellata l'identificazione obbligatoria dei pazienti e dei loro accompagnatori e la presenza di telecamere ad alta risoluzione». «Oramai i lavoratori della sanità affrontano uno scenario di guerra» sottolinea la Ciarambino che ha presentato un'interrogazione scritta riguardo l'episodio al Loreto Mare, chiedendo spiegazioni sul perché «non è intervenuto nessuno del drappello di polizia, delle guardie giurate e non c'era videosorveglianza». «I direttori generali hanno a disposizione risorse e devono usarle per la sicurezza dei lavoratori ha concluso la consigliera».

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