Borrelli investito a Napoli, individuato l'aggressore: è un abusivo delle case di Pizzofalcone

L'indagato sarebbe un uomo vicino al clan Mazzarella. Il raid come risposta alle denunce

Francesco Borrelli davanti alle case occupate di Pizzofalcone
Francesco Borrelli davanti alle case occupate di Pizzofalcone
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 19 Novembre 2022, 23:02 - Ultimo agg. 20 Novembre, 16:54
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Una settimana, tanto sono durate le indagini della Polizia di Stato sull’investimento del consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, avvenuto in via Tasso il 12 novembre scorso.

Da ieri mattina nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Napoli è stato iscritto il nome del presunto aggressore: a lui sarebbero giunti gli investigatori della Questura grazie a un delicato lavoro di ricostruzione della dinamica del raid, basato sulle dichiarazioni della vittima e sull’analisi dei filmati di videosorveglianza acquisiti subito dopo l’investimento.

Ha dunque un nome e un volto l’investitore che a bordo di una moto travolse l’esponente politico (eletto peraltro anche alla Camera durante l’ultima tornata elettorale) procurandogli contusioni varie oltre anche all’incrinatura di una costola (per lui 21 giorni di prognosi).
L’episodio si verificò pochi giorni dopo l’avviso di sfratto a carico degli occupanti abusivi dell’ormai notorio palazzo di via Egiziaca a Pizzofalcone, un caso sollevato proprio dal consigliere di Europa Verde insieme al nostro giornale.

E questa circostanza ha indotto gli inquirenti a stringere il cerchio dei potenziali sospettati proprio intorno ai protagonisti di quelle occupazioni. 

Da quel che si sa, il nome dell’indagato apparterrebbe proprio ad uno dei residenti di quell’edificio. A conferma della circostanza, si apprende che la Polizia di Stato gli avrebbe anche sequestrato lo scooter utilizzato per l’aggressione. «Di quell’uomo, che la sera di venerdì 12 novembre mi ha aggredito investendomi - spiegò Borrelli agli investigatori - ricordo lo sguardo carico d’odio nei miei confronti». Al momento dell’impatto il “pirata della strada” indossava un casco integrale con la visiera sollevata.

Sempre secondo indiscrezioni filtrate dal fitto riserbo degli inquirenti, l’uomo identificato e denunciato per il raid di via Tasso sarebbe un soggetto già noto alle forze dell’ordine, considerato vicino agli ambienti criminali del clan Mazzarella. Ipotesi di reato al vaglio dei magistrati di Procura coordinati dall’aggiunto Sergio Amato. Nessun commento ufficiale alla notizia arriva invece da parte del consigliere regionale di Europa Verde. Sulla propria pagina Facebook, Borrelli ha tuttavia postato il link di un sito che, per primo, ieri mattina aveva diffuso la notizia dello scatto in avanti delle indagini.

In realtà, e al di là dello scatto in avanti fatto nell’inchiesta, le indagini sul ferimento del consigliere regionale si inquadrano in un contesto investigativo ben più ampio. Al vaglio ci sarebbero anche alcune dichiarazioni non proprio “amichevoli” rivolte allo stesso Borrelli in occasione di una diretta televisiva andata in onda due domeniche fa su La7 durante il programma “Non è l’Arena” condotto da Massimo Giletti. Frasi dal dichiarato sapore di minacce rivolte a chi per primo ha sollevato lo scandalo delle case occupate a Pizzofalcone.

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Espressioni che si possono facilmente ritrovare non solo in un fuori onda registrato durante una pausa della trasmissione, ma anche su molti siti d’informazione. “Non devi fare il nome delle persone che non sono presenti, ma come ti permetti? Come ti permetti di dire che mio genero appartiene al clan Mazzarella?”, avrebbe dichiarato una residente del palazzo di via Egiziaca. Anche sul tenore di queste frasi si indaga, per valutare se il contenuto di alcune dichiarazioni possano configurare ipotesi penalmente rilevanti. Frasi come questa: «Qualcuno in questo momento ti sta guardando, e non ha paura di nessuno. Meglio in carcere che morto. A te un colpo in fronte…».

Un’inchiesta nell’inchiesta, insomma. Il tutto inquadrato in uno scenario di abusi e spregio della legge. Rispondendo in conferenza stampa a una domanda sulla vicenda delle case occupate a Napoli, due giorni fa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha così risposto: «È un tema che incrocia problemi di criminalità organizzata, di welfare sostitutivo dei clan che utilizzano anche povera gente come veri e propri “scudi umani”, persone che avrebbero veramente bisogno della casa. So che si sta facendo un lavoro molto proficuo e sul punto useremo fermezza, anche se non ci saranno occupazioni che saranno risolte buttando per strada bambini, anziani e malati».
 

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