Crisi, in Campania sarà un Natale di austerity: già chiusi 2mila negozi, altri 800 a rischio

Crisi, in Campania sarà un Natale di austerity: già chiusi 2mila negozi, altri 800 a rischio
di Gennaro Di Biase
Giovedì 27 Ottobre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 18:55
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Duemila attività chiuse da inizio 2022, 800 negozi che stanno per gettare la spugna. L’8% delle imprese, a Napoli e in Campania, rischia di rimanere schiacciato entro Natale a causa della crisi economica e del caro bollette. Sono i dati che emergono dal report delle associazioni di categoria, e che vanno integrati con una previsione di calo dei consumi per le festività di fine anno che Confesercenti Campania stima in «450 milioni di euro in meno». I dati concordano: sono circa 7mila le imprese che rischiano di chiudere entro la fine del 2023. Ma tante attività stanno già alzando bandiera bianca. Sono 2mila le attività sparite da inizio anno, secondo Confesercenti, a causa del caro energia e del conseguente calo dei consumi. Per Confcommercio, l’8% delle 60mila imprese campane, tra cui 25mila tra Napoli e provincia, è a rischio: 2mila aziende in città, tra cui 800 negozi potrebbero essere cancellati entro due mesi. Altre 7mila imprese, stando alle proiezioni di Aicast e Confesercenti, chiuderanno dopo Natale. 

La strada, del resto, racconta la crisi. Via Bernini al Vomero, per esempio, è una distesa di saracinesche abbassate negli ultimi mesi. «Sono 20 i negozi chiusi al Vomero da maggio a oggi – spiega Enzo Perrotta della Federazione del Commercio – Nel quartiere collinare, ormai, si lavora in perdita e le attività commerciali non sono riuscite a riprendersi dal Covid. Parliamo di bar e negozi al dettaglio di accessori e abbigliamento». Proprio ieri, su queste pagine, Luigi Cuomo di Sos Impresa ha lanciato l’allarme anche sul fatto che il «70% circa» delle attività, per fronteggiare la crisi di questi mesi, abbia «fatto ricorso a prestiti illeciti». «Una crisi che sta colpendo anche bar e pasticcerie - aggiunge Gennaro Capodanno, del Comitato Valori Collinari - Tra gli ultimi a chiudere, nei giorni scorsi, nella centralissima via Scarlatti, al civico, 66, c’è il Caffè Vomero.

Stessa sorte era toccata al bar pasticceria Ranieri in via Bernini e al bar pasticceria Ranieri in via Cilea. Anche nel settore dell’abbigliamento la situazione non è affatto rosea. Un noto marchio, presente da oltre mezzo secolo, ha lasciato gli ampi locali in via Stanzione trasferendosi in un negozio della stessa strada per diminuire i costi».  

Secondo Confesercenti Campania, il 49% dei cittadini prevede di “tagliare” i regali: il 25% progetta di spendere tra il 10 e il 30% in meno per i doni, mentre il 24% porterà la riduzione oltre questa soglia. La spesa pro-capite per il Natale 2022 sarà di circa 174,50 euro, con un calo netto rispetto al 2021, quando fu di circa € 241,00 (calo anche rispetto al 2020, in cui la spesa media era di 185 euro). Insomma, il taglio delle spese porterà incassi, alle imprese Campane, per circa il 30% in meno rispetto all’anno 2021. Si registrerà una spesa totale di circa 950 Milioni di euro a fronte di una spesa di circa 1,4 Miliardi di euro del 2021, con 450 Milioni di euro in meno nelle tasche degli imprenditori: «Ci aspetta un Natale di austerity - afferma Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania - Pesano il caro energia e l’aumento dei prezzi. I dati sono chiari, siamo passati da una media reddituale di 19.759 € nel 2021 a 17.816 € di quest’anno, quasi 2000 euro in meno nelle tasche delle famiglie». 

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«Tantissimi stanno cercando di resistere fino a Natale - spiega Carla Della Corte, presidente di Confcommercio Napoli - Ci auguriamo che l’ecatombe venga scongiurata: se l’Europa introducesse un tetto o mettesse a disposizione finanziamenti, come successo per il Covid, o se il governo tassasse le plusvalenze delle società energetiche, le aziende potrebbero trovare respiro». «Senza aiuti concreti ci sarà un’ecatombe di chiusure - argomenta Antonino Della Notte, presidente di Aicast - Da adesso fino a fine anno, se non si interviene a livello strutturale, potrebbero chiudere anche 6 o 7mila aziende piccole e medie in Campania». 

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