Covid a Napoli, otto giovani su 10 in partenza da Capodichino senza vaccino: caos regole e rischio manomissione green pass

Covid a Napoli, otto giovani su 10 in partenza da Capodichino senza vaccino: caos regole e rischio manomissione green pass
di Gennaro Di Biase
Lunedì 19 Luglio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 24 Marzo, 12:10
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Passati appena 20 giorni dalla sua entrata in vigore, il green pass mostra anche a Napoli diverse zone d’ombra, come «la penuria degli scanner per vagliare i Qr-Code dei certificati cartacei, o il fatto che solo due neo-maggiorenni su dieci in partenza per mete estere presentino il green-pass del vaccino – rivela un dipendente di Capodichino – Tutti gli altri presentano quello del tampone negativo». 

Ma se il Covid viaggia in Europa, in queste ore, attraversando gli scali delle principali location della movida continentale, e non risparmia tra gli altri l’aeroporto partenopeo, invaso da gruppi di giovanissimi che tornano dalle isole-focolaio è soprattutto perché ogni Paese ha le proprie regole e i controlli sanitari sono affidati alle compagnie agli scali di partenza. 

Ed è così che la variante Delta può sfuggire alle regole, mettersi in volo verso il Vesuvio e giungere fino alle terapie intensive del Cotugno (come successo a due giovani napoletani nei giorni scorsi). A questo dato ne va incrociato un altro, argomentato 48 ore fa al Mattino da operatori turistici esperti della tratta Partenope-Mykonos, sono circa «5mila i napoletani» presenti sull’isola in cui è stato reintrodotto il coprifuoco. «Per tornare da lì – racconta Giada Miraglia mostrando la foto del test su Whatsapp – mio fratello ha eseguito un tampone rapido l’altro giorno, risultato negativo, e si è messo in viaggio. Lui comunque è vaccinato, e lo siamo tutti in famiglia. Perciò siamo tranquilli». Il volo di ieri da Mykonos, in ogni caso, previsto in città alle 14.55, è stato dirottato a Bari causa maltempo, e i passeggeri sono arrivati a Napoli in bus solo in serata. 

La nuova escalation del Covid aleggia come un’ombra sui volti degli impiegati, ma meno su quelli dei giovani in partenza con voli diretti verso Zante, Santorini, Mykonos, la Spagna o Malta: i gates di Capodichino ieri erano più affollati del solito.

Sono svariate centinaia al giorno, in particolare neo-diplomati, i napoletani che continuano a volare verso le mete-focolaio come Spagna e Grecia. E dunque proprio a Napoli il green-pass mostra con più intensità i suoi punti ciechi. Vediamo perché. Innanzitutto, «ogni Paese ha le sue regole – spiega la Gesac – e i controlli sanitari sul green-pass spettano ai vettori, cioè alle compagnie aeree negli scali di partenza». Eppure, da un punto di vista clinico il test rapido sufficiente per mettersi in viaggio dalla Grecia non garantisce l’assenza del virus (che potrebbe svilupparsi nell’organismo nelle ore successive al test). 

Altro escamotage possibile è quello della manomissione del green-pass: «Il documento è dotato di un Qr-code – spiega ancora il dipendente citato prima – E per fortuna la maggioranza dei passeggeri, più o meno 9 su 10, lo mostra in formato digitale dallo smartphone. In quel caso noi non abbiamo problemi a verificarne l’autenticità». Per chi però presenta il green-pass in formato solo cartaceo, c’è un intoppo nel controllo: «Non siamo dotati di scanner per passare il Qr-code cartaceo – prosegue l’impiegato dello scalo partenopeo – quindi una falsificazione in teoria è possibile, anche se rischiosa, molto difficile e noi non abbiamo riscontrato casi simili finora». 

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Paese che vai, modifiche al green pass che trovi. Proprio per questo, paradossalmente, in queste ore di ripresa dei contagi, i gates di Capodichino sono gremiti, e si fatica a mantenere le distanze di sicurezza. I dipendenti agli info-point di Capodichino ripetono come un mantra ai passeggeri di «consultare il sito governativo viaggiaresicuri.it e di effettuare il check-in fisico, perché le disposizioni dei Paesi potrebbero variare da un momento all’altro». Proprio per ovviare al primo dei punti ciechi del green-pass sopra elencati – cioè quello dell’affidabilità “temporanea” del tampone – Malta ha deciso di consentire l’ingresso ai Paesi stranieri (Italia inclusa) solo dopo la «presentazione di un certificato Eu Covid-19 che attesti il completamento, da almeno 14 giorni, del ciclo vaccinale contro il Covid-19», come si legge su viaggiaresicuri.it.

Insomma, non si accetta più il green-pass “da tampone”, e si dispone «l’obbligo di quarantena di 14 giorni per coloro che non sono in possesso del certificato Eu Covid-19 in un albergo indicato dalle Autorità sanitarie maltesi. Le spese del vitto saranno a carico dell’interessato». Più soft invece – come le regole di sbarco in Italia – le richieste per entrare in Grecia: «Certificato di ciclo vaccinale completato da 14 giorni, test Pcr negativo effettuato nelle 72 ore prima dell’ingresso in Grecia, test rapido antigenico entro 48 ore, un certificato di guarigione». Il via vai delle regole non si ferma. Come quello dei passeggeri a Capodichino. 

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