Cashback a Napoli, il rimborso-beffa: «virtuosi» solo 3 negozi su 10

Cashback a Napoli, il rimborso-beffa: «virtuosi» solo 3 negozi su 10
di Gennaro Di Biase
Giovedì 24 Dicembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 16:37
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Corsa agli ultimi regali, ma con la beffa del cashback. Sono tanti i napoletani che hanno scelto lo shopping dell’antivigilia con il traffico paralizzato per l’intera giornata di ieri. Eppure, sono tutt’altro che confortanti i risultati del piano cashback lanciato dal Governo l’8 dicembre. Passate più di due settimane, tirando le somme degli acquisti fatti con Pos rispetto a quelli accettati per il rimborso, ben poco è filato liscio. Abbiamo scaricato la app Io l’11 dicembre, e fino all’altro ieri abbiamo effettuato 11 pagamenti elettronici ma solo 3 spese risultano caricate su Io per il rimborso del 10% che arriverà a gennaio (e fino a un massimo di 150 euro). Il cashback, insomma, ha fallito per il 71% dei regali di Natale. 

Gli acquisti sono stati effettuati in alcune delle principali strade dello shopping: via Luca Giordano, via Scarlatti, via Croce, via Capitelli, via Duomo. Poi in via Pietravalle. Totale di spesa: 370,05 euro. Non parliamo di piccoli negozi di quartiere, ma di realtà commerciali consolidate e riconosciute. Ed ecco i 3 negozi “virtuosi”, cioè quelli dove le spese sono state caricate per il rimborso subito dopo l’acquisto: A&M Bookstore, Expert e Lunaria. In tutti gli altri negozi (tra cui figurano anche franchising e gioiellerie), il cashback non ha funzionato. Scorrendo la pagina dell’homebanking, notiamo che tutti gli acquisti attraverso «Pagobancomat» non sono stati accettati da Io, al contrario di quelli eseguiti con «Credit Card».


Adempimenti amministrativi, complessa burocrazia informatica, costi bancari e aggiornamento del Pos: le cause della resistenza al cashback non riguardano solo l’evasione fiscale, visto che chi ha il Pos non può evadere. «Le commissioni bancarie sono rimaste in capo al negoziante - spiega Mauro Pantano, presidente della Confederazione Imprese e Professioni - sulle carte di credito sono più elevate rispetto ai bancomat. L’80% dei negozi non fa cashback, per vari motivi. Non tutti hanno fatto la pratica di accreditamento all’Agenzia delle Entrate necessario per aderire al cashback: si tratta di un invio telematico di dati possibile solo per chi è in possesso della password del proprio cassetto fiscale. La maggioranza degli imprenditori non la conosce, e si rivolge al commercialista: quando si fa la richiesta della password del cassetto fiscale, infatti, mezzo pin arriva subito, l’altra metà arriva per posta o la si ottiene andando in Agenzia dell’Entrate su appuntamento. In alternativa al cassetto fiscale si potrebbe utilizzare lo Spid, ma anche qui la faccenda è complessa: per ottenerlo senza spese, bisogna autenticarsi con una foto online e inserire numeri di carte e patente». L’altro grande motivo della diffidenza al cashback è l’aggiornamento del Pos: «Averlo non significa aderire al cashback. Non tutti i Pos hanno la possibilità di far comunicare la piattaforma alla quale aderisce con quella dell’Agenzia delle Entrate e con quella di Io. Tanti conserveranno gli scontrini ma non avranno rimborsi né parteciperanno alla lotteria». 

Traffico in tilt ovunque ieri: centro, Fuorigrotta, Vomero. Tutti in coda per gli ultimi regali. E anche oggi, con le visite natalizie concesse dal Governo e con tanti negozi aperti (tutti in pratica, tranne abbigliamento per adulti, accessori e gioiellerie) sono probabili i rallentamenti: «Il traffico veicolare è letteralmente impazzito - dice Gennaro Capodanno del Comitato Valori collinari - anche le ambulanze sono rimaste imbottigliate. Al Vomero mancano stalli e parcheggi».
 

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