Napoli, da Toledo al Plebiscito il dramma dei clochard raddoppiati in un anno

Napoli, da Toledo al Plebiscito il dramma dei clochard raddoppiati in un anno
di Gennaro Di Biase
Sabato 2 Aprile 2022, 08:40
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L'avanzata dei clochard nei luoghi simbolo della città vive purtroppo un'innegabile escalation. I dati sul ritorno dei turisti - forniti dalle associazioni di categoria e dalla Gesac nei giorni scorsi - sono certamente incoraggianti. E confermano un trend positivo anche in vista di Pasqua (con Federalberghi che prevede un «77% di occupazione camere» per le festività in arrivo). Eppure, ai numeri confortanti, si accompagna un'espansione dei letti di fortuna nel cuore del cuore di Napoli. Se l'emergenza pandemica ha finalmente dato tregua, riaprendo i flussi di voli e viaggiatori, si è rafforzata l'emergenza sociale ed economica portata dal virus. L'assessorato alle Politiche Sociali conferma l'aumento significativo di homeless a Napoli, da «1000 a circa 2500» in poco meno di un anno.

La questione dei senza dimora, come più volte sottolineato dal Mattino, è delicata. E va affrontata nel pieno rispetto della dignità delle persone. È però innegabile un aumento record di homeless, in queste ultime settimane, nei luoghi da cartolina di Partenope - ben lontana, in questo senso, dagli standard delle principali città europee. Coperte ovunque, in pieno giorno, davanti agli occhi dei turisti: tra le colonne dell'ingresso di Palazzo Reale, sotto il colonnato del Plebiscito, divenuto un dormitorio. I senza dimora si rivedono anche davanti al Teatro San Carlo (scelto come meta da decine di migliaia di vacanzieri di alto profilo negli ultimi anni).

L'ultima colonizzazione, in ordine cronologico, è quella di via Toledo, a pochi passi dall'uscita di una delle stazioni del metrò dell'arte più famose del continente: qui, davanti alla vetrina di una banca, c'è un appartamento ambulante, con tanto di sedie, carrelli, coperte, secchi, tavolino e bibite.

Homeless di ritorno poi in Galleria Umberto, appena sgombera il presidio dei vigili urbani (attivo dalle 8 alle 20). C'è, però, qualche cartone anche in pieno giorno.

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Esiste anche un problema sporcizia, generato dall'inciviltà di alcuni napoletani, che incide sullo stile di vita ammesso nelle vie cruciali della città. «Riguardo al degrado e alla pulizia, non sembra esserci stato un cambio di passo con la nuova amministrazione - dice Francesco Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde - Basti guardare la sporcizia nelle piante al Rione Carità. Anche tutte le altre istituzioni che insistono tra Plebiscito e Galleria Umberto sembrano ignorare il degrado crescente. L'inciviltà di tanti napoletani si conferma ancora: una parte dell'immondizia è dovuta a chi consuma nei fast food. Come accaduto in Galleria Umberto, e anche se alcuni clochard stanno tornando nel primo salotto di Napoli, serve un'opera costante di assessorato e assistenti sociali in tutto il primo distretto della città. I turisti sono già arrivati e gli offriamo uno spettacolo indecoroso».

Il problema va risolto. Anche se non sono di piccola portata, i numeri forniti dall'assessore comunale alle Politiche Sociali Luca Trapanese, che parla di senza dimora «più che raddoppiati» rispetto allo scorso autunno. «C'è un grave disagio socio-economico. La povertà si sta ampliando, e questo porta molte persone alla scelta di vivere in strada. I primi fondi del Pnrr saranno devoluti proprio alla povertà. Se vinceremo tutti i progetti presentati, su nuovi centri d'accoglienza e attività in strada, arriveranno 4 milioni. Abbiamo già ampliato l'offerta di dormitorio pubblico da 30 a 108 posti. Poi abbiamo aperto la Casa delle Genti, con altri 40 posti. Abbiamo offerto 20 posti letto nell'Albergo dei Poveri. E abbiamo creato un osservatorio delle Povertà con Sant'Egidio e la Caritas. Per quanto riguarda via Toledo, parliamo di un ragazzo ungherese di 25 anni, alcolizzato e che diventa purtroppo aggressivo quando gli chiede di spostarsi. Dice che «il suo modo di vivere è questo». Gli abbiamo offerto vari posti letto, e lui ha rifiutato.

Ai problemi di povertà, purtroppo, si stanno aggiungendo quelli dovuti a dipendenze e malattie. Stiamo lavorando con Grandi Stazioni per spazi a piazza Garibaldi e sulla possibilità di estendere ai clochard i beni sequestrati alla camorra trasformandoli in realtà di micro-accoglienza specializzate. Per assistere a un cambiamento serve tempo. Purtroppo per anni non c'è stata politica dell'accoglienza, e lo stiamo scontando adesso. Il dormitorio pubblico, per dirne una, non aveva neppure un responsabile prima del mio arrivo. L'emergenza dei rifugiati ucraini non ha intaccato l'accoglienza per i clochard. Si tratta di due problemi indipendenti. Abbiamo circa 2500 clochard a Napoli in questo momento. Al mio arrivo erano circa 1000. Impossibile dare numeri esatti, ma credo che l'aumento principale sia avvenuto proprio nella prima municipalità».

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