Piantonato all'Ospedale del Mare, si lancia nel vuoto: tre mesi fa uccise la madre a coltellate

Piantonato all'Ospedale del Mare, si lancia nel vuoto: tre mesi fa uccise la madre a coltellate
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 27 Settembre 2018, 11:00
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Si è alzato dal letto, ha chiesto agli agenti della polizia penitenziaria che lo piantonavano di poter uscire per fumare una sigaretta ed è volato giù nel vuoto. La tragedia si consuma in una manciata di secondi, ieri pomeriggio. Il destino di Giovanni Guglielmo, 32enne residente a Pozzuoli, finito in carcere dopo aver ucciso la madre a coltellate nel giugno scorso, si consuma al tramonto.

A ricostruire le fasi del suicidio sono stati gli stessi uomini in divisa che avevano in carico la sicurezza dell'uomo. Guglielmo - figlio di uno stimato magistrato in servizio presso il Tribunale di Napoli - si era costituito il 28 giugno dopo aver assassinato, in preda ad un raptus di follia - la mamma utilizzando un coltello e un piede di porco. Da quel giorno Giovanni si era rinchiuso in un ermetico mutismo. Le sue condizioni psichiche erano state giudicate serie, al punto da rendere necessario un ricovero in una struttura adeguata.

In attesa di una definitiva sistemazione Guglielmo era stato trasferito in un reparto specializzato dell'Ospedale del Mare, a Ponticelli. Occupava una camera al primo piano rialzato, ed era guardato a vista da due agenti della Polizia penitenziaria. Intorno alle 18 l'uomo, che appariva tranquillo, ha espresso il desiderio di uscire sul ballatoio esterno per fumare una sigaretta. E così è stato.
 
Ma - da quanto emerge nella ricostruzione fatta dalla stessa Penitenziaria - stavolta qualcosa non è andato per il verso giusto. E, pur rimanendo sotto lo sguardo dei suoi «custodi», l'uomo ha imboccato velocemente la scalinata esterna della struttura, quella percorsa dalle scale anti-incendio, fino a raggiungere il terzo piano.

Inutilmente i due agenti di scorta hanno provato a rincorrerlo, ma il vantaggio iniziale acquisito dal 32enne ha impedito di evitare la tragedia. Ci sarebbe stato anche un estremo tentativo da parte degli agenti di trattenerlo (i poliziotti si sono fatti anche refertare per leggere escoriazioni): ma tutto è risultato inutile. Guglielmo è volato giù nel vuoto, battendo violentemente la ttesta sul selciato. È morto sul colpo.

Immediatamente sul posto è giunta anche la Polizia di Stato. È stata informata la Procura, ed è toccato al procuratore aggiunto e vicario, Nunzio Fragliasso, il doloroso compito di informare il padre della vittima, il giudice Gianpaolo Guglielmo. Per lui una tragedia nella tragedia: dopo la perdita della moglie, ora arriva anche quella del figlio.

L'inchiesta che comunque dovrà approfondire alcuni elementi dell'episodio sono stati affidati alla stessa Polizia penitenziaria. La salma del 32enne è stata sequestrata dal pm di turno, che ha disposto il trasferimento presso le sale dell'Istituto di medicina legale del Secondo Policlinico, dove nelle prossime ore verrà effettuata l'autopsia. A breve dovrebbero essere ascoltati anche i due agenti in servizio al momento della tragedia.

Giovanni Guglielmo, si scoprirà nelle ore successive alla tragedia, nel periodo antecedente al ricovero all'Ospedale del mare - dove veniva assistito da una equipe di specialisti - era stato detenuto per brevi periodi anche a Secondigliano e Poggioreale, dove pure avrebbe manifestato segni evidenti di un profondo disturbo mentale. E avrebbe anche tentato di lanciarsi nel vuoto in almeno un'altra occasione.

Ieri ha messo in atto il suo proposito. «Mentre saliva le scale sembrava una lepre - racconta un testimone - e stargli dietro era davvero impossibile».
 
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