Napoli, ferito perde le gambe. L'urlo di Gaetano per Simone: «Lotterò per avere giustizia»

Napoli, ferito perde le gambe. L'urlo di Gaetano per Simone: «Lotterò per avere giustizia»
di Marco Di Caterino
Sabato 7 Novembre 2020, 10:56
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«Chi sa parli. Basta omertà. Aiutateci a trovare i colpevoli». È scritto sulla locandina che annunciava, ieri sera, una manifestazione in piazza della Repubblica a Sant'Antimo per Gaetano Ferraiuolo Barbuto, un bravo ragazzo di una famiglia perbene, incensurato, ferito con sei colpi di pistola le cui devastanti conseguenze hanno provocato l'amputazione delle gambe. Un appello che ha il sentore di un'ultima spiaggia, visto che a Sant'Antimo, città asfissiata da mezzo secolo da quattro clan, l'omertà è più che una regola di vita. E l'indifferenza è molto diffusa.

IL MESSAGGIO
Nei giardinetti antistanti il palazzo baronale, unica testimonianza di un discreto passato, ieri sera c'erano poco più di una settantina di persone, poliziotti e carabinieri compresi.

A dare un sussulto a quanti erano in piazza è stato proprio Gaetano, che da Bologna, dove ha cominciato un lungo percorso di riabilitazione, si è fatto vivo con un messaggio vocale denso di significati. Commovente. Con voce dal tono calmo, che tuttavia non nascondeva una forte emozione, questo ragazzo che sta affrontando la prova più difficile della sua vita, non solo ha ricordato Simone Frascogna, il 18enne di Casalnuovo ucciso a coltellate per motivi di viabilità, ma proprio per onorare la sua memoria ha promesso il suo impegno quotidiano nella lotta contro la violenza.

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«Buonasera. Grazie a tutti voi che mi state vicino. Io piano piano mi sto riprendendo e non mollerò un secondo. Anche se non c'è un secondo nella mia giornata che non ricordi quanto mi è accaduto. Per questo non desidero vendetta ma solo avere giustizia, visto che in Italia ti glorificano solo quando sei morto». Una breve pausa e la voce di Gaetano torna a scuotere la piazza. «Io sono vivo e ricordo tutto. E fa male sapere che chi dovrebbe pagare per il male che mi ha fatto è libero. Ringrazio le forze dell'ordine che continuano ad indagare». Con la voce rotta dall'emozione e scandendo bene le parole Gaetano continua con tono intimistico. «Ringrazio Dio per essere ancora in vita. Il mio pensiero va a Simone, che ha pagato un prezzo più alto del mio per la violenza criminale di sciacalli senza scrupoli. Alla sua famiglia va il mio abbraccio e a Simone prometto che da oggi lotterò contro ogni violenza, anche per lui». Ed infine un affondo contro i colpevoli: «A voi che avete cercato di distruggere la mia vita dico: mi avete tolto le gambe ma non le ali del mio cuore e con quelle riuscirò a volare e a lottare».

LA COMMOZIONE
Nella sera attraversata dalle prime folate di vento autunnale, le parole di Gaetano strappano più lacrime che applausi a dimostrazione, nel caso ve ne fosse bisogno, della grande dignità dei familiari di Gaetano, messa a dura prova dalla tragedia che sta vivendo e dalle ultime vicende giudiziarie. Hanno incassato, ribadendo comunque la loro fiducia nella magistratura, sia la derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni gravi che la scarcerazione dei presunti colpevoli decisa dal Tribunale del Riesame. «È per questo che siamo qui sussurra Rosaria Barbato, zia di Gaetano, stretta tra i suoi fratelli Pina e Nicola -. Non vogliamo entrare nel merito delle ultime decisioni. Chiediamo a chi sa di farsi avanti. Sarebbe un gesto di vera civiltà, che in questa città è difficile trovare. Non disperiamo». Alla domanda sulle condizioni del nipote, zia Rosaria a stento trattiene le lacrime: «È molto provato. Cerca il coraggio per andare avanti e forse stasera ne ha trovato una goccia. Non basta. Chi sa parli».


Durissimo l'intervento del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, presente a Sant'Antimo: «Se si fosse trattato di un boss o di un criminale la piazza sarebbe stata piena. Invece per il povero Gaetano non c'è la stessa mobilitazione popolare. Per le persone perbene non c'è la stessa attenzione che vedo troppo spesso per i delinquenti. Simone a Casalnuovo e Gaetano a Sant'Antimo sono vittime di questa nuova ondata di violenza che può colpire chiunque. Quello che chiediamo ad alta voce è giustizia e legalità. Chiunque abbia privato Gaetano delle gambe è ancora in giro e pericoloso. Per questo le forze dell'ordine e la magistratura devono agire rapidamente».

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