Napoli, il cold case di Giulio Giaccio: fu ucciso per ordine del boss e sciolto nell'acido

Omicidio e occultamento di cadavere: la svolta della Dda di Napoli

Napoli, il cold case di Giulio Giaccio: fu ucciso per ordine del boss e sciolto nell'acido
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 21 Dicembre 2022, 10:08 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 08:47
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Venne ucciso con un colpo alla tempia, da camorristi che si spacciarono per finti poliziotti. Fu ammazzato al posto di un altro, per ordine di un boss dei Polverino che intendeva vendicarsi delle insidie consumate da un tale Salvatore, responsabile nell’ottica del clan locale di aver intrattenuto una relazione con la moglie di un detenuto.

Fu ucciso così Giulio Giaccio, operaio si 26 anni, estraneo alla camorra, colpito a morte per errore dei killer.

Oggi, a distanza di 23 anni, il cold case sembra risolto: il sequestro di persona (per errore), un colpo alla tempia. Poi - particolare atroce - il suo corpo venne sciolto nell’acido.

Si chiamano Carlo Nappi e Salvatore Cammarota i due destinatari della misura cautelare notificata stamattina su richiesta della Dda di Napoli. Sotto accusa anche il pentito Roberto Petrone, che - con ke sue dichiarazioni - ha consentito di rafforzare l’inchiesta. Sono indicati come responsabili materiali dell’omicidio di Giulio Giaccio, il ragazzo di 26 anni scomparso nella lontana estate del 2000 a Pianura. Omicidio e occultamento di cadavere, dunque. Oggi a distanza di 23 anni, c’è una svolta investigativa importante in un cold case che sembrava destinato agli archivi della cronaca giudiziaria.

Stando al lavoro della Dda di Napoli, Giulio fu sequestrato e ucciso da finti poliziotti, soggetti legati alla camorra di Marano, clan Polverino. Venne scambiato per un soggetto legato alla camorra locale, fu ucciso per un errore di persona, nell’ambito di una vendetta ordita in cella. All’epoca il boss voleva punire un soggetto legato alla camorra per aver intrecciato una relazione privata con la moglie di un detenuto. Venne preso di mira Giulio Giaccio, onesto operaio di Pianura, appartenente a una famiglia di persone per bene, ovviamente estraneo alla camorra e alla vicenda privata che aveva animato la furia assassina del boss.

Una svolta dovuta alla tenacia investigativa dei pm Mariella Di Mauro (oggi procuratrice aggiunto a Napoli nord) e al pm anticamorra Giuseppe Visone, ma anche grazie alla professionalità dei carabinieri del reparto operativo sotto il coordinamento del comandante Cristian Angelillo. Oggi gli assassini di Giaccio hanno un nome. E dalle indagini emerge un dato atroce: dopo il colpo alla tempia che uccise Giulio, il ragazzo venne portato in un campo desolato della periferia ovest e il suo corpo venne sciolto nell’acido.

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