Rapito e ucciso a Pianura: «Fu un errore di persona»

Rapito e ucciso a Pianura: «Fu un errore di persona»
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 9 Marzo 2015, 08:59 - Ultimo agg. 09:46
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Non ci sono più dubbi ormai sulla sua fine, sulle ragioni della sua scomparsa, sulle responsabilità di un omicidio per anni tinto di giallo. Il caso si riapre, grazie a un pentito di camorra, uno bene informato, che ha messo sul piatto elementi concreti, con una ricostruzione che risulta attendibile, vera: parliamo del caso di Giulio Giaccio, il ragazzo di 26 anni scomparso nell’ormai lontano 30 luglio del 2000. Di lui - del ragazzo per bene, del lavoratore di famiglia onesta - ha parlato il pentito del clan Polverino Roberto Perrone, un collaboratore di giustizia ritenuto attendibile, grazie ad accuse che hanno superato il vaglio dei giudici.



C’è un pentito, c’è una storia al vaglio dei pm, una versione che consente di riaprire il caso della scomparsa di Giaccio, a partire da una conferma: il 26enne di Pianura fu vittima di un errore di persona, ormai è chiaro. Fu ucciso al posto di un’altra persona.



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