Giustizia a Napoli, vertici da rifare: Melillo e Riello verso Roma

Giustizia a Napoli, vertici da rifare: Melillo e Riello verso Roma
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 24 Marzo 2022, 23:59 - Ultimo agg. 26 Marzo, 08:43
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Tutto in tre mesi, come in una sorta di sprint finale. Entro la fine di giugno, questo Csm dovrebbe chiudere partite decisive per la gestione di alcuni uffici strategici per l’amministrazione della giustizia. Dna, Procura di Milano, Pg della Cassazione, con inevitabili ripercussioni sulla guida della Procura di Napoli e della Procura generale presso il distretto di Corte di appello partenopeo. Incarichi apicali, in uno scenario in cui dovranno essere comunque riempite caselle chiave, per quanto riguarda gli incarichi di aggiunti a Napoli e nelle altre Procure del distretto di corte di appello partenopeo. Effetto domino, si procede ad incastro, proviamo a fare chiarezza sulle principali partite in corso sull’asse Roma-Napoli.


È di questi giorni la notizia della decisione del procuratore generale di Napoli Luigi Riello di concorrere alla Procura generale della Cassazione, per la successione dell’attuale pg Giovanni Salvi, che lascia la magistratura per raggiunti limiti di età: una partita a tre, che vede schierati, oltre al pg Riello, il procuratore generale di Roma Antonio Mura (in quota Md), e il magistrato Luigi Salvati, attuale vice di Salvi. Tre big in campo, una partita che si giocherà alla luce di profili individuali ricchi di titoli ed esperienza, in tempi particolarmente stretti. Vale la pena infatti ricordare che il pg della Cassazione, oltre ad essere una delle cariche più prestigiose nell’ordinamento giudiziario italiano, ha un ruolo permanente nel Csm, dal momento che è titolare dell’azione disciplinare (assieme al Ministro guardasigilli) a carico dei magistrati. Difficile pensare che venga lasciato vacante un ruolo strategico, per diversi mesi, in un periodo in cui si leva massima attenzione da parte dell’opinione pubblica rispetto al lavoro delle toghe. Partita difficile, tutt’altro che scontata che rischia di lasciare acefalo - qualora venisse scelto il pg partenopeo - uno dei posti chiave, qui a Napoli. Per giunta in un momento complesso, segnato dalla possibile transizione che si aprirerebbe in Procura, qualora venisse accolta la richiesta del procuratore Melillo di succedere a Federico Cafiero de Raho alla Dna. 

 


Anche in questo caso i tempi sono serrati. Il 12 aprile il via alle audizioni al Csm, sono sette le candidature avanzate per la guida della Dna, anche se in pole position ci sono tre figure in particolare. Quella del procuratore napoletano Gianni Melillo, del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e del numero due della Dna Giovanni Russo, che dovranno essere vagliate dalla commissione incarichi direttivi presieduta dal magistrato Antonio D’Amato (gli altri nomi in lizza sono il pg di Firenze Marcello Viola, il procuratori di Catania Carmelo Zuccaro, di Messina Maurizio De Lucia, e di Lecce Leonardo Leone de Castris).

Possibile che dalla commissione vengano fuori tre proposte, destinate ad aprire una battaglia all’ultimo voto in sede di assemblema plenaria, visto il peso dei tre candidati.

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Cosa accadrebbe se Melillo dovesse spuntarla per la Dna? Per qualche mese, la Procura di Napoli sarebbe guidata dall’attuale vicario, il procuratore aggiunto Rosa Volpe (che guida il pool anticamorra nell’hinterland metropolitano), in vista della nomina del futuro procuratore che - a questo punto - dovrebbe spettare al futuro Csm. Una curva decisiva, dunque, destinata a scandire i prossimi tre mesi e che investe anche altri presidi della lotta al malaffare su scala nazionale. È il caso della Procura di Catanzaro, dove il capo Gratteri potrebbe concorrere a Napoli, qualora non riuscisse a spuntarla per la successione a Cafiero De Raho, ma anche di uffici come la Procura di Bologna, che resta legata alla nomina del nuovo procuratore di Milano e al possibile vuoto che si aprirebbe a Napoli. Ma non c’è solo l’incastro degli incarichi di vertice da sciogliere, anche alla luce dei vuoti che riguardano - nel solo distretto di corte di appello di Napoli - almeno una dozzina di posti di aggiunto. Di recente la commissione ha promosso il pm napoletano Maria Di Mauro al ruolo di aggiunto a Napoli nord, mentre viene segnalato il caso della Procura di Nola, acefala dopo il trasferimento dell’ex procuratrice Triassi. 

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