Movida senza regole ​nel centro storico di Napoli, la fuga dei residenti: «Vendiamo casa»

Movida senza regole nel centro storico di Napoli, la fuga dei residenti: «Vendiamo casa»
di Gennaro Di Biase
Giovedì 3 Novembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 19:03
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Centro storico: la movida mette in fuga i residenti. Decine di cittadini stanno provando a vendere casa per abbandonare il caos generato dal by-night che sta mettendo in ginocchio la vivibilità di Mezzocannone, Largo Giusso, Banchi Nuovi e dintorni. A raccontarlo sono gli stessi abitanti esasperati, il parroco di San Giovanni Maggiore Pignatelli e i comitati civici. Dall’inizio del 2022 il questore ha firmato 26 provvedimenti di sospensione per le attività (per una durata variabile e fino a 60 giorni). «Ambulanze bloccate, impossibilità a dormire e rincasare, festini tecno fino a tarda notte, alcol ai minori, ecco perché vendo»: queste le lamentele principali che stanno inducendo l’esodo immobiliare dal centro. In altre parole, la deregulation, per ora, sembra avere avuto la meglio nella piazza da cui, a ottobre 2020, partì la protesta contro le restrizioni pandemiche che si concluse con la guerriglia urbana di Santa Lucia.

La deregulation è tornata: è sotto gli occhi di tutti. Il mercato della movida e il mercato immobiliare si intrecciano, e purtroppo non per ragioni virtuose. Gli agenti immobiliari, in questo periodo, stanno provando a piazzare decine di appartamenti tra Banchi Nuovi, Mezzocannone, San Giovanni Maggiore Pignatelli. I proprietari in fuga sono sfiniti da citofoni che squillano alle 2 di notte, minorenni ubriachi, arrampicate sui lampioni, erba, fumo e altre droghe, musica a volume assordante, micro-rave e festini tecno. «Nelle chat dei comitati quasi ogni giorno arriva una nuova notizia di vendita di case in centro - dice Gennaro Esposito, consigliere comunale - Si tratta di persone che stanno cercando di vendere ma non ci riescono.

Lo stesso sta succedendo anche a Chiaia: decine di appartamenti, al momento, sono stati messi in vendita da proprietari che sognano di lasciare le location della movida». «C’è stato un esposto di recente - spiega un residente ben informato - In zona arrivano anche macchine sospette. La movida è il prezzo da pagare se si vuole abitare in centro, e lo abbiamo messo in conto. Altro discorso, però, riguarda i festini che avvengono fino a notte fonda nei locali, a base di droga e musica tecno. Di minorenni con birre e cicchetti in mano se ne vedono tantissimi, in piazza dell’Orientale. Una marea. Ad attirarli è anche il distributore h24 in zona. Non essendoci controllo né un gestore, loro si sentono più liberi». Col buio, insomma, arriva anche l’illegalità ai Decumani: il boom turistico sta favorendo l’altro boom, quello delle rapine notturne.  

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Il business dell’alcol è florido, eppure controlli stanno arrivando. Dall’inizio dell’anno, solo ai Decumani sono stati sospesi 14 locali (con divieti di apertura dai 5 ai 60 giorni) su un totale di 26 interventi di chiusura temporanea portati avanti dagli uomini della Questura. Tra questi, sono ben diciassette le saracinesche dei bar napoletani abbassate per somministrazione di alcolici ai minorenni. Il segno evidente che i controlli dei gestori lasciano spessissimo a desiderare. Altri locali della black list fornita dalla Questura sono stati invece chiusi per rissa, frequentazione di pregiudicati e sequestro di alcol o droga. Le multe e i provvedimenti temporanei, evidentemente, non bastano. Il quadro non sembra destinato a migliorare, stando alle voci dei cittadini. «Negli ultimi tempi siamo arrivati ad assistere a cose inenarrabili purtroppo – informa un altro residente del centro – Attualmente, c’è la moda di sedersi a gambe incrociate sopra i tettucci delle automobili. Delle volte, per esempio, mi è capitato di trovare scritte fatte con i pennarelli sulle carrozzerie. C’è vandalismo da parte dei ragazzini, da un lato, e dall’altro c’è la movida della fascia d’età tra i 20 e i 30 anni: per soddisfarla, periodicamente, si organizzano serate tecno, che noi sentiamo identiche nei nostri letti».

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