Napoli, in arrivo la stangata di Natale: cartelle esattoriali per 67 milioni di euro

Napoli, in arrivo la stangata di Natale: cartelle esattoriali per 67 milioni di euro
di Paolo Barbuto
Lunedì 14 Dicembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 13:19
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L’altro giorno sono stati registrati, agli atti ufficiali di Palazzo San Giacomo, otto documenti in fila: un trenino di carte destinato ad Agenzia delle Entrate-Riscossioni (la ex Equitalia) con le quali il Comune chiede di spedire cartelle esattoriali ai napoletani per un valore che supera i 66 milioni di euro, frutto di errati o mancati pagamenti per sanzioni al codice della strada dell’anno 2016.

Adesso, prima di andare avanti, è necessaria una puntualizzazione: chi prende una multa deve pagarla o, al massimo, se ritiene di non aver violato il codice può contestarla: cercare di svicolare dalla contravvenzione omettendo il pagamento e sperando che finisca nel dimenticatoio è scorretto e sleale. 

Fatto il chiarimento, però, contestualmente ci chiediamo: il dicembre di quest’anno maledetto che ha devastato il Paese e la nostra città, rappresenta il momento giusto per questa operazione di recupero? Aggredire con richieste per quasi 67 milioni di euro una Napoli economicamente in ginocchio è corretto proprio in questi giorni così terribilmente difficili? 

Probabilmente, purtroppo, è proprio questo il momento giusto per organizzare l’assalto ai cittadini in ritardo con i pagamenti: il 31 dicembre scade la “tregua” stabilita dal decreto legge “Riscossione” che prevede il congelamento di tutte le cartelle esattoriali esistenti e il divieto di consegnarne altre.

Sicché non bisogna farsi trovare impreparati ed è necessario affilare le armi con un po’ di anticipo per poi essere i primi a infilare le mani nelle tasche dei cittadini per pretendere (nel rigore delle norme) i denari che questi devono all’Amministrazione per le vecchie multe non pagate. Insomma, metà dicembre è esattamente il momento giusto per organizzarsi e il Comune lo sta facendo con rigore e metodo. 

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Ecco, dunque, che qualche giorno fa all’albo pretorio di Palazzo San Giacomo sono stati affissi quei documenti tutti in fila. In realtà l’organizzazione di quelle carte è scattata a giugno quando sono stati preparati i primi due mandati per la ex Equitalia per recuperare un valore di circa cinque milioni riferiti a contravvenzioni per violazioni al codice della strada non pagate. Da quel momento è stato un susseguirsi inesauribile di mandati: a luglio sono stati inviati documenti per il recupero di altri 5 milioni, ad agosto il botto, con richieste di recupero coattivo per 25 milioni di euro. Poi a settembre è venuto il momento di dare l’assalto alle contravvenzioni non pagate per le ordinanze del sindaco (quasi esclusivamente quelle sui giorni vietati alle auto non ecologiche) con mandati di riscossione superiori agli undici milioni. Infine i due documenti più recenti, della fine di novembre, con migliaia di nomi di napoletani ai quali chiedere un totale superiore ai venti milioni di euro. 

Il percorso, lo sapete tutti, sarà veloce e inesorabile. Non appena scadrà la tregua imposta dal Governo per rispettare il dramma (anche economico) della pandemia, l’Agenzia di Riscossione farà partire migliaia di cartelle esattoriali e saranno guai per chi non riuscirà a pagare con celerità.

 

In tema di contravvenzioni c’è ancora in corso la battaglia per la pioggia di verbali relativi all’area pedonale del centro storico, creata in primavera e rimossa ad ottobre, che continua a tenere in ansia migliaia di napoletani i quali si sono visti recapitare decine di multe a testa per passaggi considerati “irregolari”. Il Comune a fine settembre ammise di non aver dato corretta pubblicità alla questione e di non aver posizionato adeguate segnalazioni stradali. Il sindaco de Magistris in persona, promise che avrebbe fatto cancellare quelle contravvenzioni. Invece le multe continuano ad arrivare a casa dei napoletani. L’albero di Natale di contravvenzioni che vedete nel grafico a sinistra è di uno dei vessati, Giuseppe Annunziata che ha postato la foto sul gruppo social della contestazione.

Vale certamente la pena ricordare in questo momento una delle grandi promesse della Giunta arancione, con il sindaco de Magistris in testa, sul tema della riscossione coattiva. 

Era il due di febbraio del 2016 quando il sindaco di Napoli annunciò trionfante: «Napoli dice addio a Equitalia, nasce Napoli Riscossione. Basta cartelle pazze, basta iniquità, basta ingiustizie fiscali, basta code interminabili agli sportelli... Con Napoli Riscossione ci sarà rapporto diretto tra Comune e contribuente. Posta certificata per ogni cittadino. Sportelli in ogni municipalità. Nuove assunzioni. Nessuna consulenza esterna. Semplificazione amministrativa. Garantiamo con certezza meno evasione e meno tasse. Il tutto da subito. Napoli sempre più autonoma, autosufficiente, che si riscatta con l’autogoverno, con un’amministrazione dalle mani pulite...». Maledetti social che conservano tutto: oggi, davanti alla ex Equitalia che sta per presentare ai napoletani un conto da 66 milioni su richiesta del Comune, quel post del sindaco di Napoli ha un indescrivibile retrogusto.
 

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