Oltraggio al Plebiscito: se vincono Raffy e Anna

di Vittorio Del Tufo
Domenica 27 Maggio 2018, 08:30 - Ultimo agg. 08:40
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Non sappiamo da quale misterioso gorgo siano affascinati gli imbratta-colonne di piazza Plebiscito, né quale orribile vuoto alberghi nelle loro menti; sappiamo però che un articolo del codice penale, il 639, prevede la reclusione da tre mesi a un anno, e una multa da mille a tremila euro (fino a diecimila euro in caso di recidiva) per chiunque deturpi o imbratti «cose di interesse storico o artistico». Dubitiamo che certi tipi da spray, cresciuti nel disprezzo dei monumenti che vorrebbero rallegrare con le loro scritte, conoscano la storia del Plebiscito, le immense memorie che vi sono custodite, il valore artistico del colonnato di San Francesco di Paola: la grandezza del luogo, insomma, che è simbolica prima ancora che fisica. Invece siamo sicuri che quell'articolo del codice penale, con un po' d'impegno, riuscirebbero addirittura a impararlo a memoria. Soprattutto se la magistratura, come ci auguriamo, li condannerà in modo esemplare.

Le scritte inneggianti all'amore - forse tormentato, forse no - tra Raffy e Anna, un amore cui tutta la città è oggi al corrente, non raccontano solo l'analfabetismo civico e culturale di chi le ha vergate, ma anche lo scandalo di una piazza senza tutela, dove si celebra da troppo tempo lo scempio della bellezza tradita. Nei giorni scorsi questo giornale ha aperto un dibattito sul declino (evitabile) e sul rilancio (possibile) del Plebiscito, scrigno di antiche memorie, che di notte diventa un pozzo nero, un luogo pericoloso e tetro. L'ennesimo oltraggio degli imbrattatori conferma quello che sosteniamo da tempo: la piazza va presidiata e sottratta all'oscurità. Per evitare che resti territorio di caccia di vandali, babygang e balordi.

Sorpresi dai vigili mentre sfregiavano i portici, e denunciati alla magistratura, Raffy e Anna dovrebbero essere condannati, in primo luogo, a studiare la storia del luogo che hanno profanato con la loro bomboletta. Ma prima ancora dovrebbero essere costretti a ripristinare lo stato dei luoghi, lavorando di gomito fino a far risplendere le colonne. Per il resto c'è solo da augurarsi che quest'ultimo scempio serva, quanto meno, a suonare la sveglia. Per tutti. Affinché finalmente avanzino, dopo tante chiacchiere, i progetti di illuminazione e di riqualificazione di una piazza consegnata da troppo tempo al degrado.
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