Napoli, “buco” da 20 milioni per gli Ospedali dei Colli: taglio stipendi fino a 300 euro al mese

Tecnici e infermieri minacciano lo sciopero: «Non possiamo pagare noi»

Buco in bilancio per gli Ospedali dei Colli
Buco in bilancio per gli Ospedali dei Colli
di Ettore Mautone
Mercoledì 23 Novembre 2022, 00:01 - Ultimo agg. 24 Novembre, 09:30
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C’è fermento nelle corsie dell’azienda ospedaliera dei Colli: i camici bianchi del comparto (personale sanitario, infermieri e tecnici) sono sul piede di guerra per un Piano di rientro che l’azienda sta per attuare per riassorbire un buco di 20 milioni di euro scoperto in bilancio.

Tagli che incideranno sulle voci stipendiali accessorie del personale fino a 300 euro al mese per infermieri e tecnici mentre la scure sarebbe inferiore per la dirigenza medica che su questo fondo ha pesato solo per circa 1 milione di euro. In pratica ad essere tagliate sarebbero le voci accessorie dello stipendio per almeno 3 o 4 anni, ossia il tempo necessario ad azzerare il debito. Ad accendere i fari sull’anomalia di bilancio è stato circa un anno fa il Ministero dell’Economia nell’ambito delle attività ispettive che in passato hanno riguardato diverse altre aziende sanitarie campane, come il Cardarelli, il Policlinico Federico II e altre. Atti ispettivi che in quei casi si sono tradotti in piccoli aggiustamenti di bilancio nell’ambito del processo, ancora in atto, del piano pluriennale di rientro dal deficit a cui la Sanità campana è ancora sottoposta fino al 31 dicembre di quest’anno. 

Sul ripiano dell’azienda dei Colli, già definito nei dettagli dalla precedente direzione strategica, è ora intervenuta anche la Corte dei conti che, nelle ultime settimane, ha chiesto indicazioni e informazioni sull’andamento del Piano. «Non si tratta di una novità - avverte Anna Iervolino che dallo scorso agosto ha assunto le redini del Monaldi, Cotugno, Cto - prima ancora che arrivassi alla guida di quest’azienda (ad agosto scorso nda) esisteva un’ipotesi di ripiano redatta dalla dirigenza che mi ha preceduta.

Un atto necessario per riassorbire lo sforamento registrato negli anni che vanno dal 2015 al 2021 a valere sul fondo per il risultato e per il disagio del personale. Ad essere toccate sono tutte le aree, anche se l’area del comparto ha registrato maggiori sforamenti. Il personale, che io sappia, aveva già discusso con la precedente dirigenza la prospettiva di questo Piano di rientro che infatti ho trovato già pronto. Non ci sono elementi nuovi ma questa direzione si sta confrontando con il Mef per cercare di dilazionare in un arco di tempo più lungo le somme da recuperare». 

Una questione spinosa che incide sulla busta paga dei dipendenti di tre ospedali investiti in pieno della pandemia, camici bianchi che hanno trascorso anni difficili in cui straordinari e altre incombenze, per compensare la tante carenze sono stati attribuiti senza risparmio. Da qui Il buco risalente già al 2015. I sindacati sono pronti a dare battaglia. Si attende la comunicazione ufficiali dei tagli al salario accessorio da parte dell’azienda. Le segreterie confederali sono convocate per il 28 novembre ma analisi e discussioni già si sono diffuse a macchia d’olio. Un’assemblea riunitasi alla fine della scorsa settimana ha tracciato il punto e il 25 novembre ce ne sarà un’altra.

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Tra i camici bianchi c’è preoccupazione e tensione. Non si escludono mobilitazioni e scioperi. «Non possiamo pagare noi per i debiti dell’azienda - dicono infermieri e tecnici - nessuno di noi ha ancora avuto la possibilità di entrare nel merito delle scelte aziendali per capire come questo buco si sia formato». Pronta, da parte dei sindacati, una richiesta di accesso agli atti per mettere sotto la lente contabilità e voci di bilancio. «Ci è stato detto che questi fondi sono stati impiegati per pagare gli straordinari e fronteggiare la carenza strutturale di personale ma 20 milioni di euro sebbene accumulati dal 2015, sono tanti». Nei fatti c’è già uno stato di agitazione sostanziale. Nel mirino le scelte aziendali: a fronte del debito negli anni sono stati assegnati aumento a pioggia del 27 per cento dello stipendio tabellare nonostante il drastico capo di produttività durante la pandemia, in termini di ricoveri e prestazioni. Il personale, spremuto come un limone durante la pandemia, prima premiato è ora chiamato a sacrifici e tagli stipendiali a fronte di una crisi economica che colpisce tutte le famiglie. Si profila un Natale difficile e di protesta per i dipendenti dell’azienda dei Colli. 

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