Napoli: chiave conficcata in testa, il 12enne colpito dopo una lite sul campo di calcetto

Napoli: chiave conficcata in testa, il 12enne colpito dopo una lite sul campo di calcetto
di Melina Chiapparino
Venerdì 29 Aprile 2022, 22:59 - Ultimo agg. 30 Aprile, 18:17
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Era uscito di casa per andare a giocare una partita a pallone, ma si è ritrovato in ospedale con una chiave conficcata in testa. L’episodio di violenza di cui è rimasto vittima un dodicenne napoletano si è consumato sul campetto del parco pubblico «Salvatore Costantino» nel cuore del Rione Traiano dove, mercoledì pomeriggio, un litigio tra ragazzini si è trasformato in tragedia. Gli sfottò scambiati a vicenda tra due minorenni, come spesso avviene durante le competizioni sportive, sono diventati insulti pesanti e offese fino all’esplosione del gesto rabbioso con cui uno dei due ha infilzato una chiave d’accensione di uno scooter nel cranio dell’altro. 

Il dodicenne è stato ferito nel pomeriggio mentre si trovava sul campetto di calcio insieme agli amichetti della propria comitiva.

La partita, disputata tra i coetanei, sembrava rispettare il consueto copione. La solita sfida fatta di incitamenti e qualche battuta gridata in maniera benevola per un calcio tirato male al pallone. Quando è esploso il litigio tra il dodicenne e un altro ragazzino, di un anno più grande, qualche goal era già stato messo a segno ma nessuno si aspettava di vedere il proprio compagno ferito in quel modo. La chiave del motorino, usata come una vera e propria arma, ha trapassato il cranio del ragazzino ed è rimasta infilzata nella parte posteriore della nuca, al di sopra dell’orecchio sinistro. Subito dopo il colpo alla testa, il dodicenne che non ha mai perso conoscenza - dolorante e sanguinante - è stato accompagnato a casa da alcuni amici. 

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La prima persona che ha soccorso il minorenne è stata la madre che si trovava in casa quando il dodicenne è ritornato nella propria abitazione, non molto distante dal campetto di calcio. Incredula e scioccata per la scena raccapricciante la donna ha trasportato il figlio al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo dove i sanitari ne hanno stabilizzato immediatamente le condizioni cliniche, procedendo al trasferimento all’ospedale Santobono con un’ambulanza rianimativa. Il minore è stato operato per la rimozione della chiave mercoledì sera, ed è tuttora ricoverato nel reparto di Neurochirurgia pediatrica diretto da Giuseppe Cinalli. Nonostante l’operazione sia perfettamente riuscita, la prognosi rimane riservata. «Il giovane paziente è strettamente sorvegliato 24 ore su 24 perché va scongiurato il rischio di infezioni e bisogna vigilare per evitare complicanze con possibili danni neurologici che, fortunatamente, finora non si sono verificati» ha spiegato Rodolfo Conenna, direttore generale dell’ospedale Santobono–Pausilipon. 

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I motivi che avrebbero scatenato l’aggressione finita nel sangue sembrano del tutto futili. Le indagini dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli sono in pieno svolgimento, ma dalle prime ricostruzioni sembra che l’aggressore non facesse parte dei calciatori in campo. Si tratterebbe dunque di un ragazzino di un anno più grande ma, in ogni caso, l’episodio ha acceso un faro sull’emergenza che incalza tra i giovanissimi. «Si tratta dell’ennesimo caso di violenza brutale di questo tipo e non passa giorno senza che ci vengano segnalati episodi di violenza tra e verso ragazzini, spesso anche con meno di 10 anni» ha segnalato il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli. Un dato confermato «dalla drammatica impennata di disturbi del comportamento tra i minori con continui episodi psicopatologici e azioni aggressive verso gli altri e autolesionistiche» come ha precisato Conenna «molto preoccupato per questo fenomeno post covid».
 

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