Napoli, il recupero della Saletta rossa a rischio: «Manca l’ok ai lavori»

Napoli, il recupero della Saletta rossa a rischio: «Manca l’ok ai lavori»
di Gennaro Di Biase
Venerdì 1 Ottobre 2021, 23:58 - Ultimo agg. 3 Ottobre, 08:14
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«A rischio» il recupero degli ex locali di Guida a Port’Alba. Ed è un rischio più che concreto. Il virgolettato è infatti di Alfredo Mazzei, il noto imprenditore che, assieme all’altrettanto noto Vito Grassi, vicepresidente nazionale dell’Unione Industriali, ha acquisito gli storici 850 metri quadri che ospitavano la grande letteratura nel cuore di Napoli. Non sono ancora partiti i lavori di restyling, né è mai arrivato l’ok da parte del Comune. Al vaglio dell’Ufficio Edilizia Privata di Palazzo San Giacomo c’è «la liceità dei lavori di ristrutturazione eseguiti nei locali negli anni Novanta - prosegue Mazzei - Se questa legittimità dovesse essere valutata negativamente, c’è il rischio di dover alzare muri all’interno proprio della saletta rossa. A quel punto, potremmo abbandonare il progetto». 

L’esistenza stessa della saletta rossa, dunque, l’ambiente in cui Pasolini, Eco, Kerouac e tanti altri illuminati parlavano di umanesimo e scrivevano pagine importanti della storia culturale del Mezzogiorno, potrebbe essere a rischio. Ma prima di spiegare come e perché, facciamo un passo indietro e riassumiamo l’odissea degli ultimi anni. I locali della storica libreria di Port’Alba, dichiarati «bene culturale dello Stato», furono acquistati per circa un milione di euro nell’autunno del 2019 dai soci di Saletta Rossa Srl (amministrata da Fabrizia Grassi e Francesca Mazzei, figlie degli imprenditori sopracitati), i primi a offrire per lo spazio dopo il fallimento della libreria Guida e 6 anni di aste deserte (nel 2013 i locali si vendevano a 3 milioni).

Quindi, dopo l’acquisto, ecco il progetto di Saletta Rossa srl, con l’idea della factory culturale proposta dalla nuova proprietà (che aveva, ed ha, l’obbligo di rispettare il vincolo ministeriale di attività «culturale» per la destinazione dei locali). 

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«Sono sette mesi che aspettiamo l’autorizzazione dal Comune - prosegue Alfredo Mazzei - Un ritardo clamoroso, oltre che un danno economico rilevante. Abbiamo prodotto diversi documenti riguardo alla liceità dei lavori nei decenni scorsi, ma Palazzo San Giacomo ha ancora dei dubbi. Il problema è che non si riesce a ricostruire la regolarità delle autorizzazioni edilizie ereditati dalle precedenti gestioni. Al Comune stanno cercando di ricostruire la liceità delle varie ristrutturazioni fatte da Guida negli anni, e l’Ufficio Edilizia Privata ha difficoltà a ricostruire l’intero processo amministrativo. La mancanza di coerenza delle licenze edilizie sta bloccando la nostra pratica. I titoli edilizi di trent’anni fa, secondo noi leciti in funzione dei documenti che abbiamo raccolto a Soccavo, suscita dubbi e riserve al Comune. Se non si fugano questi dubbi, l’autorizzazione ai nuovi lavori non ci verrà concessa. Venerdì abbiamo presentato il permesso per montare il ponteggio esterno e iniziare i lavori di rifacimento della facciata, che dovrebbero iniziare a giorni, ma all’interno è ancora tutto fermo. L’investimento sull’immobile è per noi bloccato da 2 anni. Le perdite si accumulano, e intanto paghiamo l’Imu. I lavori non dureranno meno di sette mesi. Nel caso in cui gli abusi da eliminare siano coerenti col nostro modello di business, saremo noi stessi a eliminarli durante i lavori. Se invece le irregolarità cambiassero o rendessero vano il nostro modello di business, è chiaro che ci ripenseremo. Si potrebbe verificare l’incredibile situazione per cui l’area della saletta rossa dovrebbe essere richiusa. 200 metri quadri dove fu fatto un intervento strutturale, che rese bellissimo l’ambiente. Se il Comune ci dicesse che lì bisogna rimettere le pareti, farebbero sparire la saletta rossa. Mi sembra incredibile. Se davvero la saletta rossa non potrà più esistere, avremmo perso non solo noi, ma tutta la città».

I turisti sono tornati. Gli studenti si riaffacciano. Il peggio della pandemia sembra definitivamente alle spalle, ma nei locali al centro di Port’Alba - al contrario di quanto avvenuto in centinaia di esercizi in città - il lockdown o il tempo delle restrizioni e del deserto non sono serviti a portare avanti le ristrutturazioni. Al momento gli ex locali di Guida, off-limits, sono un “poggia-bancarelle” per i venditori di ninnoli e volumi. La storica via dei libri, da poco orfana di uno dei suoi ultimi simboli Tullio Pironti, si trova a fronteggiare il calo verticale di vendite di libri scolastici e il suo ventre vuoto. «Tanti di noi qui non vedono l’ora che quello spazio riapra - sospira Pasquale Langella, libraio ed editore - La rivitalizzazione dell’area ridarebbe colore alla via della cultura. Se il progetto fallisse sarebbe un peccato per tutti».

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