Napoli: scavi abusivi per realizzare un garage, chiesa del '600 a rischio crollo. Interviene la Procura

Napoli: scavi abusivi per realizzare un garage, chiesa del '600 a rischio crollo. Interviene la Procura
di Leandro Del Gaudio e Valerio Esca
Domenica 6 Febbraio 2022, 22:45 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 14:44
5 Minuti di Lettura

Non è servito a nulla aprire un fascicolo e mettere i sigilli a un’opera completamente abusiva. Non è servito a nulla, imporre di riportare le condizioni del territorio al punto di partenza, per evitare di provocare danni irreversibili su una intera fetta di centro storico. Già, perché chi ha costruito un garage abusivo sotterraneo, nelle viscere di via Duomo, non si è preoccupato del pericolo provocato a uno dei complessi monumentali di Napoli, su cui ora si concentrano le attenzioni della Procura di Napoli e della Sovrintendenza dei beni archeologici, paesaggistici e monumentali: parliamo del complesso di San Giuseppe dei Ruffi, chiesa del Seicento, autentico vanto napoletano per la volta e gli affreschi, su cui si è accesa di recente l’attenzione di inquirenti e istituzioni amministrative. 

Qual è il punto? Conviene partire dalla fine, dall’allarme girato dalla Sovrintendenza alla Procura di Napoli, che ha deciso di aprire un fascicolo per ipotesi di crollo colposo, un’inchiesta parallela rispetto a un precedente fascicolo nel quale si ipotizzava l’accusa di abuso edilizio. In sintesi, sotto il complesso monumentale del Seicento qualcuno ha scavato in modo irregolare. Anzi qualcuno vi ha realizzato un’autorimessa, sbancando «parte del terreno sotto il piano di calpestio», in un periodo in cui quella zona era particolarmente interessata dal business dei posti auto. Siamo prima dell’avvento della pandemia, turismo a mille, boom immobiliare, chi possiede un garage è come se gestisse una miniera d’oro. Ed è così che una parte di via Duomo viene tecnicamente sbancata, incidendo in una porzione di territorio sottostante la chiesa di San Giuseppe dei Ruffi.

Intervengono gli agenti della polizia municipale, scattano i sigilli all’opera ritenuta illegale, il capo del cantiere (che sarebbe anche il promotore dei lavori) viene denunciato per abuso edilizio.

Non è finita. Passano alcuni mesi, si arriva a una sorta di accordo, che precede l’accertamento dell’ipotesi investigativa in un’aula di giustizia, dai termini fin troppo chiari: ripianare la zona sventrata, ricondurre - ovviamente a spese dello stesso titolare del cantiere - lo stato dei luoghi al punto di partenza. Tutto chiaro? Le cose non sono andate esattamente nei modi prestabiliti: l’accordo è rimasto lettera morta. Quanto basta a spingere gli inquirenti a compiere una nuova verifica e ad aprire un secondo fascicolo sempre su quel garage abusivo. Inchiesta condotta dai pm Stella Castaldo e Cristina Ribera, si punta a verificare se esistono rischi di crollo in zona, sulla scorta di un danno ritenuto permanente. Una indagine nata su segnalazioni specifiche da parte della Sovrintendenza, che chiede il permesso di accesso nella zona in cui erano stati posti dei sigilli, in vista di una nuova ricognizione. Non è il primo caso che si registra nelle viscere del centro storico. Non è il primo esempio di opere abusive - realizzate per business scellerati - che rischiano di compromettere strutture monumentali (oltre a mettere a repentaglio la vita di passanti e residenti). 

Video

Ricordate quanto accaduto nei pressi del complesso monumentale degli Incurabili? Nel 2019 il crollo, poi l’esigenza di sgomberare decine di nuclei familiari, di fronte a una voragine che ha riguardato una parte dell’antica chiesa nata per accudire gli indigenti. Anche in questo caso, la zona era stata interessata da un intervento sciagurato da parte di chi aveva eliminato un muro portante per ricavare più spazio nel sottosuolo, per ampliare la superficie a disposizione per il parcheggio delle auto. E non è tutto. Siamo appena pochi mesi fa, quando a Materdei si verifica il crollo di un terreno interno a un cortile privato, che solo per miracolo non provoca danni alle persone. Sgomberi e proteste, un dramma per decine di famiglie, quando si scopre che i residenti (del mondo di sopra, ndr) sono del tutto estranei al crollo. Di chi è la colpa? Processo in corso, pesano le foto recuperate dal Mattino (e acquisite agli atti di un fascicolo di un’altra indagine) che mostrano lavori di scavo sotterraneo. È il mondo di sotto, quello degli affari scellerati, che rischia di complicare le cose a un’intera fetta di centro storico: c’erano furgoncini e materiale di scavo, per realizzare opere che ora sono al vaglio della magistratura. Non è difficile immaginare che anche in questo caso stessero realizzando delle autorimesse, grazie a un espediente tutto da mettere a fuoco: si comincia con una dichiarazione di inizio lavori per una porzione limitata, per abbattere muri portanti ed estendere in modo abusivo il raggio di azione di interventi e interessi economici. 

LEGGI ANCHE Voragine nel rione Sanità, nelle cave un garage abusivo 

«Controlli e check vengono fatti dal Comune regolarmente - fa sapere Palazzo San Giacomo - Abbiamo un osservatorio che sistematicamente effettua verifiche su tutti gli immobili comunali che ci sono nella zona del grande progetto Unesco. Per quanto riguarda gli immobili comunali i nostri tecnici hanno piena contezza dello stato di conservazione, considerando prioritaria la sicurezza abitativa. Nonostante l’organico comunale sia sotto dimensionato i nostri tecnici compiono quotidianamente un lavoro eccellente. Non ci sono situazioni di dilettantismo, che non tollereremo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA