Napoli, l'appello disperato di Giusy: «Il mio ex mi perseguita, ho due figli e non voglio morire»

Arrestato per stalking, l'uomo è stato scarcerato: «Ha sparato sotto la mia camera da letto e minacciato mio padre»

L'appello disperato di Giusy
L'appello disperato di Giusy
di Giuliana Covella
Sabato 19 Agosto 2023, 00:01 - Ultimo agg. 20 Agosto, 21:03
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«Non voglio né posso morire, ho due figli e devo pensare a crescerli». Giusy V., 39 anni, di Secondigliano, madre di due ragazzi di 16 e 21 anni, risponde al telefono in una pausa lavorativa. «Ma non posso dire dove lavoro, perché il mio ex marito mi troverebbe e mi perseguiterebbe anche qui. Da 15 anni mi condiziona la vita».

Il suo dramma comincia prestissimo, con un fidanzamento lampo da adolescente e un matrimonio divenuto un incubo. Maltrattamenti, percosse, insulti e, dopo la fine del rapporto, stalking. Un reato, quest’ultimo, per il quale l’uomo, Diego M., 42 anni, è finito in carcere negli anni passati, dopo averle incendiato l’auto, l’ingresso di casa e aver esploso colpi di pistola contro il balcone della donna. Nel 2017 le aveva addirittura augurato “l’eterno riposo” se non fosse tornata con lui. Parole scritte anche in lettere che più che parlare d’amore erano lo specchio di un delirio. Fino alla vigilia di Ferragosto, quando ha citofonato ai genitori di lei, minacciando il suocero di morte. Giusy è difesa dalla penalista Carla Maruzzelli, che ieri ha depositato l’ennesima denuncia al commissariato di polizia di Secondigliano e alla IV sezione fasce deboli della Procura della Repubblica: «Non bisogna trascurare - scrive la legale - la persistenza del reato. Per questo chiediamo di applicare la misura cautelare prevista dalla legge ossia la libertà vigilata, data la pericolosità sociale di un uomo che è chiaramente ossessionato dalla ex moglie».

Quando ha conosciuto il suo ex marito?

«Avevo 13 anni ed ero alle medie.

Sembrava un bravo ragazzo, anche se già dava i primi segni di irrequietezza e nervosismo, ma a quell’età non me ne rendevo conto».

Cosa faceva? 

«Era molto geloso e possessivo, tanto che non potevo nemmeno stare affacciata alla finestra di casa mia, perché gli dava fastidio che mi guardassero».

Quando sono iniziati i maltrattamenti?

«Quando è nato il nostro primo figlio. Avevo solo 17 anni e non me la sentivo più di averlo accanto, perché era venuta fuori la sua indole violenta. Talvolta prendeva il bimbo e lo portava via, minacciando di non tornare. Inoltre iniziò a prendere strade sbagliate». 

Come mai poi avete avuto un altro figlio? 

«Come spesso accade in questi casi, credevo potesse cambiare, così gli ho voluto dare una seconda possibilità. In realtà prendevo la pillola e avevo già deciso di lasciarlo, ma seguivo una dieta con medicinali e non immaginavo di restare incinta. Quello è stato l’errore più grande della mia vita, dopo averlo sposato». 

Poi cosa è accaduto?

«Col tempo la situazione peggiorava. Lui faceva uso di sostanze stupefacenti e continuava a delinquere. Volevo uscire da quell’inferno, ma era difficile. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta. Anche oggi vivo con loro insieme ai miei figli, pur avendo una casa ereditata da una zia. Non posso andarci perché ho il terrore di stare da sola». 

Quali sono le condotte violente del suoi ex?

«Dopo la separazione nel 2015 ha continuato a minacciarmi, mi ha incendiato sia l’automobile che la soglia della porta di casa, ha sparato colpi di pistola contro il nostro balcone e mi pedina ovunque vada. Citofona in piena notte, insulta me e la mia famiglia. Non gli interessano i figli, di cui ha perso la patria potestà (io sono l’unica loro tutrice). Lui vuole me e questo mi fa paura, perché non mi sento tutelata».

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Ieri il suo legale ha depositato l’ennesima denuncia in Procura e in commissariato. Cosa è successo? 

«Sabato 12 agosto ha esploso colpi di pistola sotto la mia camera da letto e due giorni dopo al citofono ha minacciato di morte mio padre. Mio figlio minore è sotto choc, ha timore di uscire e tra poche settimane dovrà tornare a scuola. Il padre è stato scarcerato a gennaio, adesso è un uomo libero. Per questo io non vivo più. Ogni cosa che faccio è condizionata da lui, dai suoi pedinamenti, dalle minacce, dagli insulti. Ma c’è una cosa che mi fa rabbia più di tutte». 

Quale? 

«Ogni volta che mi rivolgo alle forze dell’ordine, mi dicono che non possono intervenire, perché lui non fa nulla. Neanche quando mi segue in auto. Ci ha seguiti finanche al commissariato l’altro giorno, quando sono andata a sporgere denuncia e dopo ci hanno dovuto scortare. Che giustizia è questa?». 

Come ha reagito quando ha saputo della donna uccisa a Piano di Sorrento dal suo ex?

«Lei era una delle tante donne che muoiono perché pur avendo denunciato, non sono state tutelate. Proprio come me. Cosa devo aspettare? Che anche il mio volto finisca sulle pagine dei giornali e in tv? Se un uomo mi segue, mi minaccia, mi incendia l’auto, mi spara contro il balcone, mi citofona di notte non è per corteggiarmi, non crede? Quella donna poteva essere salvata. Perché devo rischiare di finire come lei?». 
 

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