Traffico in tilt a Napoli per la protesta dei ragazzi di Fridays for future. Un lungo corteo di giovani studenti e lavoratori sfilano lungo le strade della città fino a bloccare la regolare viabilità cittadina. Si registrano così diversi disagi in corso Umberto, piazza Bovio, via Agostino Depretis. Il percorso itinerante dei giovani manifestanti ha portato la polizia municipale a chiudere - temporaneamente - per motivi di sicurezza e viabilità, alcune strade percorse dal corteo.
Lo scopo dei manifestanti è riportare al centro del dibattito politico i temi e le misure necessarie per risolvere la crisi climatica e garantire supporto alle persone più colpite dalla crisi energetica.
La protesta - che coinvolge studenti e lavoratori di oltre 70 città italiane - è stata indetta a due giorni dal voto, una data, il 23 settembre, che trascina così con sé una certa valenza e impatto a livello mediatico.
I manifestanti si sono poi spostati nel porto di Napoli. «No alle mega navi»: è lo slogan degli attivisti. «Ma quale transizione... rivoluzione ecologica ora». «La battaglia per la crisi climatica - sottolinea all'Ansa Michela Spina, portavoce nazionale di 'Fridays For Future' e attivista del nodo napoletano del movimento - mai come oggi prioritaria, il dibattito sul gas è completamente falsato: c'è chi vorrebbe spingerci a costruire i rigassificatori e trattare il gas come energia green mentre sappiamo che non è affatto così, il tutto mentre i grandi inquinatori si godono i loro extraprofitti e i sacrifici vengono chiesti ai cittadini».
«Non abbiamo problemi con chi, legittimamente o meno, decide di partecipare alla competizione elettorale, - spiega - semplicemente 'Fridays For Future' è un movimento giovanile, politico e apartitico, quella del 23 settembre non è una piazza dove poter fare campagna elettorale». «Inutile dire - concludono gli attivisti che si preparano a scendere in piazza ancora una volta - che aldilà di tutto non possiamo tollerare la presenza di chi in questi anni ha fatto solo greenwashing o peggio ancora ha ripescato dal cilindro la necessità di costruire inceneritori, centrali nucleari e più in generale impianti pericolosi ed inquinanti».