Napoli, false fatture per 52 milioni di euro: la rete di professonisti, imprenditori e prestanome

Sessantacinque indagati, nel mirino anche società cartiere. Imbrogli finalizzati alla creazione di fittizi crediti Iva

Finanzieri in azione
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Lunedì 30 Gennaio 2023, 07:21 - Ultimo agg. 09:19
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Sessantacinque indagati in una inchiesta che parte da Napoli e porta fino a Varese. Lì dove sono stati sequestrati beni per 52 milioni di euro, tra 640 conti correnti, 62 appartamenti e 25 auto nell'ambito di una operazione condotta dalla Guardia di finanza nella città lombarda in esecuzione di un decreto disposto dal gip del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Procura.

L'inchiesta ha permesso di scoprire una associazione per delinquere che operava attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di numerosi prestanome, società cartiere, con il concorso di numerosi professionisti compiacenti, finalizzato alla creazione di fittizi crediti Iva, quantificati in circa 52 milioni di euro, utilizzati per poi effettuare indebite compensazioni tributarie, sottraendo all'erario le imposte dovute.

Considerato al vertice, un uomo conosciuto come «Pippo», che aveva come braccio destro un 69enne di Orta di Atella, che si avvaleva di 22enne e di un 34enne napoletani chiamati a preparare documenti fasulli e anche a dare «consigli tecnici e soluzioni operative strumentali al perfezionamento delle condotte fraudolente».

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