Nicholas, ucciso a 17 anni nella faida di camorra: è caccia all'assassino minorenne

Nicholas, ucciso a 17 anni nella faida di camorra: è caccia all'assassino minorenne
di Dario Sautto
Martedì 26 Maggio 2020, 10:30 - Ultimo agg. 27 Maggio, 09:18
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Prima una lite con l'accoltellamento di due giovani. Poi una sparatoria che potrebbe essere una prima rappresaglia. Nel giro di un'ora, nel cuore della notte, Gragnano piomba nell'incubo. La camorra accoltella e spara, fa un morto e due feriti, in una concreta prova di faida. A morire, dissanguato da una pugnalata alla coscia, è un ragazzo di appena 17 anni: si chiamava Nicholas Di Martino. Alle 2 di notte era in compagnia di un cugino, il 30enne Carlo Langellotti, diversi precedenti alle spalle: su di lui le coltellate all'addome non hanno raggiunto organi vitali, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico all'ospedale San Leonardo ed è stato salvato, anche se la prognosi resta riservata. Tra il marciapiede e le auto in sosta in via Vittorio Veneto, in una zona ad alta densità residenziale, restano un berretto nero e le macchie di sangue, che tracciano la via di fuga delle vittime verso la disperata corsa in ospedale.

Da via Vittorio Veneto la risposta di fuoco in stile Gomorra si sposta in via Pasquale Nastro, dove un commando prende di mira la Renault Captur guidata da Salvatore Pennino, 20enne, incensurato, rappresentante di prodotti di erboristeria. Almeno cinque colpi sono stati esplosi contro di lui, che è rimasto ferito di striscio al polso. Dopo ore, in mattinata, ancora terrorizzato, si è presentato in caserma per denunciare l'accaduto ai carabinieri: non sa chi ha sparato, non sa perché, non sa se sia una risposta a quanto accaduto poco prima a poche centinaia di metri di distanza. Un'idea sui fatti se la stanno facendo i poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia, che indagano sull'omicidio agli ordini del dirigente Vincenzo Gioia, e i carabinieri della compagnia stabiese e della stazione di Gragnano, che cercano di far luce sull'altro episodio guidati dal capitano Carlo Venturini e dal maresciallo Giovanni Russo. A coordinare le indagini ci sono la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli e la Procura per i Minorenni - è possibile che l'accoltellatore sia coetaneo della vittima - con la Procura di Torre Annunziata informata fin dal primo momento.

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La pista principale porta a un omicidio maturato in uno scontro tra famiglie di camorra, contrapposte in una rivalità che andrebbe avanti da tempo. Vecchi rancori sfociati raccontano testimoni in strada in una prima lite avvenuta a metà della scorsa settimana, che avrebbe visto tra i protagonisti i due giovani accoltellati la scorsa notte e alcuni rampolli di famiglie legate al clan Di Martino. E qui si arriva alle parentele, quelle che contano in certi ambienti. Nicholas Di Martino ha un cognome che solo per caso è lo stesso dei boss della zona. Sua mamma, però, è la sorella di Nicola Carfora, detto «'o fuoco», ergastolano e killer di Michele Cavaliere, imprenditore ucciso per essersi ribellato al pizzo. E anche Langellotti ha familiari di camorra da parte della madre, che è la sorella di Francesco Vollaro, alias «Ciccio o biondo», negli anni 80 e 90 luogotenente dei D'Alessandro a Gragnano. Radici che affondano in una camorra che non c'è più e che in quegli anni viveva in maniera forte la rivalità con i Di Martino del boss Leonardo «'o lione», all'epoca fedelissimo di Mario Umberto Imparato nella faida proprio con i D'Alessandro, dei quali oggi è alleato nella gestione soprattutto delle forniture di droga per le piazze di spaccio. In questi due contesti familiari sono cresciuti i due ragazzi. Sulla dinamica sapranno fare chiarezza le indagini degli investigatori. Possibile che Di Martino e Langellotti, di ritorno da Castellammare dove avevano passato la serata, abbiano incrociato in via Vittorio Veneto qualcuno, che possa essere nata una violenta discussione e che sia spuntato il coltello. Almeno tre fendenti hanno raggiunto il 30enne all'addome, altri due Nicholas, alla pancia e alla coscia. Lì scorrono grossi vasi sanguigni, tranciati di netto, che hanno causato l'emorragia inarrestabile per il minorenne, con il sangue schizzato anche sulle auto in sosta, come in un film splatter. In macchina, i due feriti sono arrivati al pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo. Il 17enne è stato intubato e rianimato, ma è morto poco dopo il ricovero. Langellotti è stato operato e salvato.

Mentre la polizia avviava le indagini, però, il 20enne Pennino è stato vittima di un agguato a colpi di pistola.

Ritenuto estraneo a vicende di camorra, secondo una delle ipotesi degli investigatori è stato preso di mira dai parenti del 17enne per vendetta, perché forse ritenuto amico di chi ha accoltellato i due giovani. Per questo, le indagini dei carabinieri su questo episodio proseguono in piena sinergia con quelle della polizia che cerca di far luce sull'omicidio. Già in mattinata sono stati acquisiti i filmati delle telecamere di videosorveglianza che si trovano a Gragnano. Una, quella in via Vittorio Veneto, potrebbe aver ripreso quasi interamente la scena dell'accoltellamento.

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