Difende la figlia, ucciso dal branco a Torre Annunziata: caccia ai killer di Maurizio. La Procura: «Chi ha visto parli»

Difende la figlia, ucciso dal branco a Torre Annunziata: caccia ai killer di Maurizio. La Procura: «Chi ha visto parli»
di Dario Sautto
Martedì 20 Aprile 2021, 23:52 - Ultimo agg. 21 Aprile, 19:40
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Un branco feroce. Belve alla ricerca della vendetta. Una bestialità che risponde solo alla legge della prevaricazione, oltre ogni logica umana. Violenza gratuita e immotivata. Maurizio Cerrato è morto per un parcheggio, per difendere la figlia Maria, tra l’omertà di un quartiere intero che ha assistito inerme alla scena. Proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri della sezione operativa della compagnia di Torre Annunziata che stanno ricostruendo attimo dopo attimo la vicenda, agli ordini del maggiore Simone Rinaldi e coordinati dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Pierpaolo Filippelli, sostituto Giuliana Moccia). 

Un omicidio volontario, premeditato, per futili motivi, per prendersi una ragione che non c’è. Un vero e proprio agguato, organizzato in pochi minuti dal branco, lì in via IV Novembre, alle porte del rione Provolera, una delle piazze di spaccio più attive della città. Tra degrado, droga e camorra, in quel quartiere c’è chi pensa di essere «proprietario» di un posto auto, nonostante si trovi su strada. E c’è chi pensa anche di avere ragione a danneggiare un’auto, a insultare una ragazza, e ancora ad aggredire più volte due persone inermi e disarmate, fino ad ammazzarne una. Un rione dove lunedì sera la città vera ha mostrato tutta la sua assenza: ci sono le telecamere, ma non sono mai state accese, e dei tanti cittadini che hanno assistito all’omicidio nessuno ricorda niente né ha visto qualcosa. 

Il sindaco Vincenzo Ascione ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali, ma nel frattempo il procuratore Fragliasso si dice «amareggiato». «C’è da chiedersi – afferma il capo della Procura – come sia possibile morire ai giorni nostri per una questione legata ad un mero parcheggio di auto sulla pubblica via. Pur evitando generalizzazioni, da questa vicenda appare emblematico il degrado culturale, sociale ed etico in cui vivono determinati quartieri della città di Torre Annunziata». Nessuno ha visto, tranne Maria. La figlia della vittima è stata ascoltata dalla pm Moccia nell’immediatezza dei fatti ed è stata sentita nuovamente ieri pomeriggio. Il quadro di omertà che emerge da questa vicenda sta rendendo più complesse le indagini, che vanno avanti senza sosta e che hanno già portato all’identificazione di tutti i protagonisti della folle aggressione. Alcuni familiari sono stati già ascoltati la notte scorsa, altri testimoni sono stati interrogati ieri mattina.

La ricostruzione degli inquirenti è agghiacciante. Tutto parte da un semplice posto auto conteso.

Maria ha raccontato di aver parcheggiato in strada, in via IV Novembre, spostando una sedia che in quel rione, dove non ci sono regole, vale come «prenotazione». Al suo ritorno, la ragazza ha trovato una ruota squarciata. Un chiaro dispetto, per il quale chiede soccorso al papà. Maurizio Cerrato interviene per sostituire la gomma, ma lui e la figlia vengono aggrediti una prima volta. Dopo un diverbio, la ragazza viene spintonata e picchiata, lui addirittura colpito e ferito alla testa con un piccolo compressore, poi sequestrato. 

Lievemente feriti, padre e figlia si allontanano, raggiungendo un parcheggio privato per sostituire la ruota. Un volta sistemata l’auto, la vicenda sembra ormai conclusa. Invece gli aggressori tornano con i rinforzi. Maurizio fa in tempo a dire alla figlia di allontanarsi, il branco va alla carica: uno dei presenti ha un coltello e sferra un fendente al torace di Maurizio Cerrato, ammazzandolo. Altre due persone caricano il corpo sanguinante in auto e invitano Maria a portare in ospedale l’uomo, dandosi poi vilmente alla fuga. La disperata corsa al pronto soccorso del San Leonardo di Castellammare di Stabia, però, è vana. Il 61enne arriva al cospetto dei medici ormai privo di vita. La salma ora è a disposizione della Procura in attesa dell’autopsia. 

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Le indagini sono partite immediatamente e la macchina investigativa va avanti senza sosta dal momento del delitto. Acquisiti alcuni filmati delle telecamere private presenti in zona, è stato riscontrato che la videosorveglianza pubblica è un semplice addobbo urbano e non è mai entrata in funzione. Al momento Maria resta l’unica testimone oculare del delitto. Sola, come in quegli attimi tremendi che difficilmente dimenticherà. Gli altri si nascondono dietro l’omertà, coprendo gli assassini di un lavoratore onesto, morto per un parcheggio conteso. Nonostante i silenzi, il branco ha le ore contate. 

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