Duplice omicidio di camorra a Napoli, è faida della cocaina: venduta a prezzi stracciati

Duplice omicidio di camorra a Napoli, è faida della cocaina: venduta a prezzi stracciati
di Leandro Del Gaudio
Martedì 1 Febbraio 2022, 23:59 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 17:26
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Hanno agito indisturbati, uno di loro - secondo voci di quartiere - era addirittura a volto scoperto. Hanno atteso le vittime, si sono assicurati attraverso una ricognizione le vie di fuga, poi hanno fatto fuoco. Non è stata una cosa facile. Pasquale Torre, 45 anni, è morto sul colpo, mentre era al volante della sua auto. L’altro, il 35enne Giuseppe Di Napoli, ha provato a scappare, ce l’ha messa tutta, ma non è servito a nulla. Centrato al corpo, in una disperata torsione di fuga. Cronaca di due giorni fa, al Parco Colombi, rione Don Guanella. Zona completamente sfornita dalle telecamere e non è un caso che i killer abbiano agito alla luce del sole. Sapevano di rimanere impuniti (si spera per poco, ndr). Sapevano di poter contare su una buona dose di omertà, in uno spaccato rionale abituato a misurarsi con raid e fiammate di violenza estemporanea. Sapevano in sintesi che quella zona non è videoprotetta. Già, il videocontrollo. Sembra una beffa, ma la zona deve essere munita di un sistema di videocontrollo destinato a progetti al momento non ancora cantierati. Parole ricavate dal piano per Napoli, firmate due settimane fa in Prefettura, destinate ad essere affrontate anche domani mattina in sede di comitato per l’ordine pubblico e per la sicurezza. 

Si parlerà di camorra, di movida, ma anche di evasione scolastica, dal momento che - come sottolineato dal Mattino in questi giorni - sono partite denunce a carico di genitori che non mandano i figli a scuola. Ma torniamo all’agguato di due giorni fa. Resta la cocaina il terreno dello scontro. Roba scadente, di pessima qualità, venduta a basso costo, in modo da moltiplicare gli incassi. Lo ha spiegato ieri il prefetto Claudio Palomba, intervenuto al Gr1, fotografando lo scenario in cui si è consumato il duplice delitto: esistono due cartelli che si confrontano sul territorio - dice alludendo all’Alleanza di Secondigliano e ai Mazzarella - poi esiste una bassa camorra, che si confronta per il dominio delle piazze di spaccio.

Cocaina, prezzi al ribasso, con il rifornimento garantito in tutta la città. Eccolo il movente del duplice delitto al Donguanella, alla luce di una tensione che va avanti da tempo: gli omicidi Tipaldi e Milano, poi l’agguato di due giorni fa. Ma ancora segnali di allarme, a voler ritornare indietro di qualche settimana. 

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Ricordate il blitz delle forze dell’ordine in un garage di Miano? Sequestrate delle armi, che probabilmente servivano a sostenere la contrapposizione tra i Cifrone e i Balzano, due famiglie legate rispettivamente alla “Miano di sopra” e “di sotto”, secondo uno slang investigativo e territoriale al tempo stesso. Armi e droga, tutto sotto la sopraelevata che collega la periferia di Napoli con l’area dell’asse mediano. Una sorta di Eldorado, che produce incassi facili e che insanguina Napoli, mentre il prossimo round contro la camorra locale si sta celebrando dinanzi ai giudici del Tribunale del Riesame. Indagini del pm Maria Sepe, sotto il coordinamento dello stesso procuratore Gianni Melillo, si punta a tenere in cella i presunti armieri della camorra (sono difesi dal penalista napoletano Domenico Dello Iacono): parliamo della presunta ala militare che insanguina Napoli, quella - per intenderci - che non ha paura di uccidere alla luce del sole (e al buio di telecamere spente).

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