Ospedale del Mare, inchiesta dopo il crollo: «Cedimento strutturale, progetto sbagliato»

Ospedale del Mare, inchiesta dopo il crollo: «Cedimento strutturale, progetto sbagliato»
di Valentino Di Giacomo
Domenica 10 Gennaio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 12:04
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Non ci sono ancora indagati, ma si muove spedita la Procura di Napoli per far luce sulle cause del crollo del parcheggio all'ospedale del Mare di Ponticelli di venerdì mattina. Già nella giornata di ieri sono state ascoltate oltre dieci persone informate sui fatti, tra queste è stato sentito il direttore generale dell'Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, commissario ad acta durante l'esecuzione dei lavori del nosocomio a partire dal 2009. Oltre al manager è stato ascoltato anche Edoardo Cosenza, collaudatore dei lavori nel periodo in cui sarebbe stato edificato il solaio crollato sotto il peso del terreno. Nessuno risulta indagato e infatti le persone interpellate non si sono avvalse dell'ausilio dei propri avvocati. Con un blitz dei carabinieri effettuato ieri all'alba presso l'Asl è stata anche acquisita la documentazione relativa ai grafici e al progetto e sentito Antonio Bruno, direttore dei lavori dell'ospedale, per l'approvvigionamento dei carteggi. Non è l'unico indirizzo che hanno preso le indagini perché, di pari passo, ci sono da effettuare le analisi scientifiche e le perizie tecniche sul luogo del crollo per chiarire definitivamente cosa abbia causato la voragine. Già ieri mattina i periti nominati dalla Procura con l'ausilio del Nucleo operativo dei carabinieri hanno effettuato - tra mille difficoltà - i primi rilievi.

 

«C'è stato un cedimento strutturale sotto il parcheggio dell'ospedale». Si parte da questa prima ipotesi formulata dagli inquirenti per ricostruire le circostanze che hanno causato la voragine all'esterno dell'ospedale del Mare di Ponticelli. La Procura - al lavoro ci sono i magistrati della VI sezione (Lavoro e Colpe Professionali), pm Simona Di Monte, Raffaello Falcone, Gennaro Damiano e Federica D'Amodio - ha aperto rapidamente un fascicolo con l'ipotesi, al momento, di disastro e crollo colposo.

Ma il lavoro dei periti sul posto è stato reso più difficile dalle forti piogge che anche ieri si sono abbattute su Ponticelli e che - si teme - potrebbero causare nuovi crolli nella zona già franata. Per questo i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare alacremente per mettere in sicurezza l'area. Verifiche sono state poste in essere per evitare il ripetersi di ulteriori fenomeni e per questo sono stati consultati il direttore e il responsabile del Servizio dissesto idrogeologico della Protezione civile per perimetrare l'area sotto sequestro e scongiurare pericoli.

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Dalle prime ricostruzioni effettuate quell'area sarebbe crollata a causa di un errore di progettazione o, almeno, di costruzione. A franare sotto il peso del terreno è stato un solaio in cemento armato che si trovava al di sotto dei parcheggi. Sul lato superiore di questo solaio si trovava una vasca che, nel corso dei lavori di costruzione del nosocomio di Ponticelli, era utilizzata per ospitare i materiali di risulta. Al di sotto di questa vasca c'è invece un piano dei sottoservizi (un locale tecnico), calpestabile, con dei cunicoli dove gli operai hanno predisposto per il collegamento e l'alloggiamento dei servizi. In particolare ci sono l'impianto idrico e dell'antincendio. A quel piano sotterraneo anche una vasca di raccolta dell'acqua utilizzata per alimentare l'impianto antincendio. Tubazioni, fili, cavi sono rimasti quasi tutti tranciati dal crollo. Quello che ora stanno cercando di chiarire gli inquirenti è se il solaio sia venuto giù a causa di un difetto di progettazione perché non poteva supportare il peso sovrastante oppure se qualche conduttura abbia ceduto di colpo provocando una sorta di esplosione sotterranea che ha poi causato il cedimento e l'implosione della superficie superiore. 

 

Parallelamente è già in corso da parte degli inquirenti il complesso approvvigionamento di ulteriori carte e progetti. Le ditte aggiudicatarie della costruzione del nosocomio di Ponticelli sono la Astaldi e la Osmar, ma bisogna ora accertarsi anche su quali sono le eventuali aziende in subappalto che potrebbero essere intervenute nell'area crollata. A vari livelli andranno ascoltati tutti i soggetti privati e istituzionali che sono intervenuti sul posto. Esclusa per ora tra le cause potenziali l'installazione dei moduli del Covid Residence, troppo distante dal luogo del crollo. 

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