Ospedale del Mare: «Prima il boato, poi è andata via la luce in corsia abbiamo temuto il terremoto»

Ospedale del Mare: «Prima il boato, poi è andata via la luce in corsia abbiamo temuto il terremoto»
di Melina Chiapparino
Sabato 9 Gennaio 2021, 09:01 - Ultimo agg. 11:15
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«Abbiamo avuto paura che fosse un terremoto». È stato questo che hanno pensato molti medici e infermieri, preoccupati dal boato che hanno avvertito ieri mattina, mentre erano in servizio all'Ospedale del Mare. «C'è stato un rumore sordo ma allo stesso tempo violento, come un tonfo nell'aria e, pochi istanti dopo, è saltata la corrente elettrica», hanno raccontato alcuni sanitari che, al momento del crollo nel parcheggio dei visitatori, stavano effettuando dei prelievi di sangue ai ricoverati del Trauma Center. «La maggior parte del personale nel nostro reparto ha temuto fosse una scossa sismica, ma qualche collega che ha vissuto al nord l'esperienza del terremoto, insisteva nel dire che si trattava d'altro», hanno spiegato gli infermieri che si sono resi subito conto dell'attivazione dei generatori d'emergenza. Per i sanitari che si trovavano nei padiglioni più vicini al luogo dell'implosione, il fragore è stato così forte da far immaginare il terremoto e persino «l'esplosione del Vesuvio o di un ordigno», ma per tanti altri, nei reparti più distanti, si è trattato di un lieve boato in lontananza che non ha destato alcun sospetto.


LA PAURA
«Mi sono accorto del crollo, guardando fuori dalla finestra, dal quinto piano del reparto, quando ho notato i Vigili del Fuoco e un'enorme voragine nel parcheggio» racconta Andrea Tufo, medico di Chirurgia generale che, poco dopo il boato, stava «concludendo il monitoraggio di un paziente». «Non avevo sentito il fragore probabilmente perché, quando è accaduto, ero in pronto soccorso e il suono era stato sovrastato da quello delle ambulanze e dei macchinari», spiega il 35enne, napoletano aggiungendo che «anche il breve black out sembrava un episodio casuale, come a volte può capitare, per un calo di tensione». «Solo quando sono salito ai piani alti, mi sono reso conto di ciò che era accaduto - continua il medico - insieme ad altri colleghi ci siamo preoccupati se ci fossero eventuali feriti o emergenze in pronto soccorso».

Fortunatamente il bilancio del crollo non ha causato vittime, ma «il sistema informatico non ha funzionato per due ore, la maggior parte degli ascensori è rimasta fuori uso e in molti reparti dell'ospedale, non c'è stata fornitura idrica per tutto il giorno» hanno spiegato alcuni sanitari del pronto soccorso.

 


IL BOTTO
«Il rumore è stato così forte da farci credere che ci fosse il terremoto oppure che il Vesuvio fosse scoppiato» hanno detto gli operatori di uno dei moduli Covid dove vengono assistiti i pazienti fragili. «Lo spavento c'è stato e tanto ma, allo stesso tempo, ci siamo immediatamente allarmati per i pazienti notando che i gruppi elettrogeni di emergenza stavano continuando a garantire la ventilazione e il funzionamento di tutti i macchinari per l'assistenza a media e alta intensità degli ammalati».

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IL REPARTO
Anche nel reparto Covid Subintensiva, all'interno della torre che ospita il pronto soccorso, la preoccupazione principale è stata quella di «assicurare ai pazienti la massima assistenza e rassicurarli» spiega Maria Gabriella Coppola, il medico che era di turno al momento del crollo. «Ho sentito un lieve boato ma non ho avuto la percezione della gravità di ciò che stesse accadendo e nessuno dei ricoverati si è accorto di nulla - racconta - per noi l'importante è stato continuare a garantire l'assistenza normalmente come è accaduto».
 

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