«Ucciso per sbaglio al mercato ittico, i killer cercavano un altro»

«Ucciso per sbaglio al mercato ittico, i killer cercavano un altro»
di Ferdinando Bocchetti
Martedì 19 Febbraio 2019, 10:13 - Ultimo agg. 11:45
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C'è un'ulteriore pista in mano agli inquirenti che tentano di far luce sull'omicidio di Giovanni Pianese, il 63enne ucciso sabato sera da due sicari giunti in via Machiavelli a bordo di uno scooter. Ed è una pista inquietante - seppur non la principale seguita dai carabinieri della compagnia di Marano e della stazione di Mugnano - che porta allo scambio di persona. L'anziano, operaio saltuario al mercato ittico di via Nenni, potrebbe essere stato ucciso per errore, scambiato insomma per un'altra persona, probabilmente un importante personaggio legato al mondo della criminalità organizzata di Mugnano.

Quella dello scambio di persona, però, resta al momento l'ipotesi meno accreditata dagli inquirenti, che hanno focalizzato prevalentemente l'attenzione sul passato criminale di uno dei quattro figli di Pianese, affiliato al clan degli Abete-Abbinante-Notturno e sulle dinamiche interne al mercato ittico di Mugnano, da sempre sotto i riflettori delle forze dell'ordine e della magistratura. I contorni del delitto di sabato sera restano, per il resto, ancora poco definiti. L'unico dato certo è che gli uomini che hanno agito in via Machiavelli erano dei professionisti assoldati dalla camorra. Giovanni Pianese, meglio noto come Pelle e' cane, era descritto da tutti come una persona tranquilla. «Un lavoratore e non certo un attaccabrighe» raccontano gli amici e i commercianti di via Machiavelli. Aveva qualche piccolo precedente penale, ma questo dato non sembra essere particolarmente rilevante per gli investigatori.
 
La sua esecuzione, ad ogni modo, ha fatto ripiombare nella paura la comunità di Mugnano. Erano più di sei anni, infatti, che non si verificavano fatti di sangue in questo territorio segnato dalla presenza delle famiglie scissioniste contrapposte ai Di Lauro di Secondigliano. A cadere sotto i colpi dei killer, nel lontano 2012, fu Biagio Biancolella, 32 enne figlio di Francesco, ritenuto vicino alle cosche locali. Nella città roccaforte degli Amato-Pagano, compagine malavitosa egemone anche nel comune di Melito e in altre realtà dell'area a nord di Napoli, prosegue intanto incessante l'opera dei carabinieri. Nella giornata di ieri i militari del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, agli ordini del maggiore Antonio Bagarolo, hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della direzione distrettuale antimafia. Sette le persone, tutte ritenute contigue o affiliate alla cosca degli Amato-Pagano, finite in manette. Si tratta di Lino Caiazza, figlio di un noto pregiudicato, Claudio Cristiano, Antonio Palumbo, Saben Tsvetan, Giuseppe Cipressa, Mauro Marino e Francesco Saviotti. L'operazione si è sviluppata tra Mugnano, Melito, Giugliano e Afragola. I sette indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Nel corso delle indagini sono state delineate le attività che il sodalizio per imporre tangenti, anche sullo spaccio stupefacenti. E' stata accertata anche l'operatività di un'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e recuperati ingenti quantitativi di cocaina, crack, hashish e marijuana.
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