Pizzofalcone, la sfida degli abusivi: occupata una chiesa, sacerdote messo in fuga

Ma oggi, secondo il cronoprogramma, gli interventi si concluderanno

Le forze dell'ordine nel palazzo della camorra a Napoli
Le forze dell'ordine nel palazzo della camorra a Napoli
di Gennaro Di Biase
Giovedì 1 Dicembre 2022, 07:21 - Ultimo agg. 18:36
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Via Egiziaca ha un che di spettrale. Dopo l'incursione notturna nella chiesa di Pizzofalcone, tra martedì e mercoledì, il silenzio dei tre furgoni gonfi di mobilie, così come quello dei negozianti e delle decine di forze dell'ordine schierate per lo sgombero di ieri pomeriggio, fa a cazzotti con la tensione affilata di sguardi e sussurri dei passanti. «Quando sono arrivati - sorride un ragazzo - stavano due di loro di sopra ai Quartieri. Comunque mi sono messo i soldi nella mutanda, come faccio sempre». Passa uno scooter, con mamma e figlio (entrambi senza casco). Lei, bionda, sospira in direzione di un'amica: «Siamo venuti per solidarietà, oggi». La donna si riferisce agli occupanti abusivi. Alcuni degli sgomberati, intanto, donne infreddolite e uomini seduti su sgabelli di fortuna, hanno preso possesso del cortile della chiesa. «Non siamo camorristi», recita lo striscione esposto sul sagrato. Il parroco Don Michele poche ore prima era stato scortato a casa dalle forze dell'ordine, ma ha poi assicurato alla Napoli Servizi che «nel cortile c'erano ospiti», come riferisce l'assessore alla Polizia Municipale di Palazzo San Giacomo Antonio De Iesu. Passando ai numeri, 6 famiglie sono state sgomberate martedì, altre 5 ieri. Oggi le operazioni proseguiranno con altri 4 sgomberi, gli ultimi previsti. 

È spettrale, dicevamo, via Egiziaca, pur essendo militarizzata.

E gli spettri sono due: quello della camorra e della solidarietà offerta al sistema. E quello di commercianti e residenti per bene, che vendono e comprano zitti e muti, senza fiatare, anche se davanti ai loro occhi e alle loro saracinesche è in atto una maxi-operazione di sgombero dal civico 35. Un dispositivo di traffico ad hoc, ieri, ha imposto il divieto di circolazione da via Nunziatella (la strada dei murales pro-camorra che inneggiano al «portare rispetto al Pallonetto» e al «clan Contini») a via Serra. Tornando nel cortile del civico 35, si vede il ragno per traslochi col braccio allungato sui balconi. Di turisti, di solito sempre tanti in questa stradina che sovrasta il Plebiscito, nemmeno l'ombra. La tensione, ieri, ha fatto vincere l'anima nera della città e dissolto la vita tranquilla di Pizzofalcone: «Sono nel cortile - racconta chi ha avuto modo di ascoltare le parole di Don Michele l'altra notte - hanno sfondato il portone e sono entrati da dietro, scavalcando dal 35. Non accennano a lasciare il cortile e la polizia mi ha accompagnato a casa. Speriamo che passi presto. Vogliono la casa, la tensione è alta». Liturgia interrotta, nei giorni scorsi, come la pace di via Egiziaca.

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Ma oggi, secondo il cronoprogramma, gli interventi si concluderanno. Ad annunciarlo è l'assessore De Iesu: «C'è stata una grande sinergia delle operazioni - dice - coordinate dal Comune sotto l'egida della Prefettura e condotte da polizia municipale e altre forze dell'ordine. È un metodo che adotteremo anche nelle prossime operazioni. Attraverso Napoli Servizi, abbiamo messo a disposizione anche le ditte di trasloco. Stanno portando gli oggetti degli appartamenti sgomberati in un deposito comunale a Ponticelli. Ma tanti occupanti hanno portato via le proprie cose autonomamente. Martedì sono stati sgomberati e murati 6 appartamenti, ieri altri 5 e oggi gli ultimi 4. Quanto all'occupazione, il parroco ci ha detto che nel cortile ci sono ospiti». Anche il sindaco Manfredi plaude all'operazione: «Lo Stato esiste - ha spiegato ieri a margine di Facciamo un pacco alla camorra al polifunzionale Ciro Colonna di Ponticelli - Abbiamo lavorato in silenzio per molti mesi perché è stata un'operazione portata avanti insieme all'autorità giudiziaria per definire bene il perimetro delle persone da sgomberare. Stiamo lavorando con grande selettività. Da un lato dobbiamo avere attenzione ai fragili e a chi davvero soffre, ma dall'altro non dobbiamo fare sconti a chi utilizza la violenza per prevaricare il diritto di altri cittadini. L'intervento su Pizzofalcone mi era particolarmente a cuore. È un primo passo di un percorso che continueremo a portare avanti». 

 

Il Comune ha messo a disposizione delle famiglie sfollate non legate ai clan un fondo da 100mila euro, per aiutare i genitori con bambini in difficoltà. Un primo buon esito, da questo punto di vista, è arrivato già per alcuni degli ex occupanti ai Colli Aminei. Ma a Pizzofalcone la paura non è passata. E ci sarà da monitorare la situazione specialmente nei prossimi giorni, una volta che l'operazione sgombero sarà stata portata a termine: «Alcuni si sono arresi, altri stanno tentando di resistere mettendo in prima linea i bambini aggiunge il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli ma è tempo di ripristinare la legalità in questo palazzo che era diventato simbolo del potere camorristico e che ora dovrà divenire emblema della giustizia. Pizzofalcone dovrà essere solo il punto di partenza di un lungo percorso contro gli abusi ed i soprusi». 

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