Sistema Romeo, la Procura chiede il processo per l'imprenditore, Caldoro e Verdoliva

Sistema Romeo, la Procura chiede il processo per l'imprenditore, Caldoro e Verdoliva
Mercoledì 30 Ottobre 2019, 13:21 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 10:08
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La Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio di 55 persone, tra cui l'ex parlamentare Italo Bocchino, l'ex governatore Stefano Caldoro, l'imprenditore Alfredo Romeo e l'attuale direttore dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, nell'inchiesta dei sostituti Carrano e Woodcock sul cosidetto «Sistema Romeo» per compiere delitti contro la pubblica amministrazione.

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Tra i reati contestati, a vario titolo, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati all'assegnazione e aggiudicazione di appalti per servizi di pulizia di edifici pubblici.

L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 dicembre alle 9.30 e si svolgerà davanti al gup Simona Cangiano.

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Ad Alfredo Romeo, al suo collaboratore Ivan Russo e all'ex parlamentare di An Italo Bocchino, i pm contestano l'associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la pubblica amministrazione, alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti in relazione all'assegnazione e aggiudicazione di appalti relativi ai servizi di pulizia di edifici e strutture pubbliche​, ed altri servizi connessi con la formula del «global service», e alla gestione di patrimoni immobiliari di pubbliche amministrazioni. Romeo viene individuato dai pm napoletani come ​«promotore e organizzatore» dell'associazione, mentre Bocchino rivestirebbe il ruolo di «organizzatore con il compito di provvedere alla pianificazione e alla gestione dell'attività». 

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Richiesto il rinvio a giudizio anche per Ciro Verdoliva, attuale direttore generale della Asl Napoli 1 Centro e, all'epoca dei fatti oggetto dell'indagine, direttore dell'Ufficio Economato dell'Azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli, e per l'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, per il quale, come sottolineato dai suoi difensori, avvocati Alfonso Furgiuele e Fabio Carbonelli, «il pubblico ministero ha escluso definitivamente la configurabilità della corruzione e limitato l'accusa alla più lieve fattispecie del traffico di influenze, peraltro nella ancora più tenue formulazione originaria». Per i legali di Caldoro si tratta di «un primo importante passo per escludere ogni tipo di responsabilità. Ora che si è concluso il lavoro dell'accusa, dimostreremo davanti al gup che non vi è stato nulla di penalmente rilevante nella condotta del presidente Caldoro», concludono.

«La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Napoli è l'occasione per andare finalmente dinanzi a un giudice.
Le accuse nei miei confronti sono frutto di errori di valutazione da parte della Procura, che dal 2015 ad oggi non ha mai ritenuto di interrogarmi per avere un chiarimento. L'accusa di associazione per delinquere è già stata esclusa categoricamente e motivatamente dal Tribunale di Napoli in sede cautelare. La seconda e ultima accusa, di traffico illecito di influenza, è errata perché non tiene conto che un Decreto della presidenza del consiglio dei ministri aveva già sancito l'obbligo di annullamento della gara a cui si fa riferimento e che pertanto le interlocuzioni con l'ente in questione erano legittime e rispondenti alla legge in vigore». È quanto ha dichiarato l'ex parlamentare Italo Bocchino.
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