Procura di Napoli, Gratteri in pole: è caccia ai voti per il Csm

Procura di Napoli, Gratteri in pole: è caccia ai voti per il Csm
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 12 Settembre 2022, 23:56 - Ultimo agg. 13 Settembre, 18:13
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Mail, forum, lunghe trasferte in auto su e giù (dall’Emilia Romagna alla Calabria, dalla Sardegna alle Marche), qualche aperitivo. Giornate intense per i candidati al Csm, in attesa del voto del 18 e 19 settembre, un tour de force che vede impegnati almeno dieci magistrati del distretto di Corte di appello di Napoli. Tutto mentre ieri notte si è chiuso il termine massimo per presentare le proprie candidature per la guida della Procura di Napoli, l’ufficio inquirente più numeroso d’Italia, rimasto scoperto dopo la nomina di Gianni Melillo a capo della Procura nazionale antimafia. Nomi di peso - ma l’ufficialità solo nelle prossime ore - per guidare la Torre del Centro direzionale, mentre in questi giorni non è difficile registrare tra i corridoi del Palazzo di giustizia una buona dose di tensione agonistica: in ballo c’è il rinnovo del Csm, in una partita che si presenta cruciale per definire le prossime nomine chiave, a partire proprio dalla Procura di Napoli. 

Ma andiamo con ordine, proprio a partire dalla Procura. Nomi di primissimo piano, come abbiamo chiarito lo scorso due settembre, che puntano su Napoli, un ufficio distrettuale (da sempre crocevia di scottanti inchieste in materia di mafia e pubblica amministrazione), per altro a poca distanza dalla Capitale. È in questo scenario, che si registra il passo in avanti di Nicola Gratteri, attualmente procuratore di Catanzaro, una vita spesa nel contrasto a clan e capitali di origine mafiosa. Ha deciso invece di non candidarsi alla Procura di Napoli Michele Prestipino, attuale procuratore aggiunto della Procura di Roma, di recente protagonista di una circostanza più unica che rara: Prestipino era stato nominato capo della Procura di Roma, nella successione di Giuseppe Pignatone, guidando l’ufficio di piazzale Clodio per oltre un anno; poi, su questa nomina è subentrata la decisione del Tar, che ha accolto il ricorso, spalancando le porte alla nomina dell’attuale procuratore capitolino Francesco Lo Voi. A questo punto, Gratteri se la dovrà vedere con magistrati di primissimo livello, del calibro di Rosa Volpe (procuratrice aggiunta e attuale reggente della Procura di Napoli), Aldo Policastro e Francesco Curcio (rispettivamente a capo delle procure di Benevento e di Potenza), ma anche magistrati che guidano altri uffici distrettuali (il riferimento è a Bologna e Lecce), al punto tale da rendere comunque incerto l’esito del dibattito in quel di Palazzo dei Marescialli. 

Ma entro quanto tempo è logico attendersi la nomina del nuovo capo dei pm partenopei? Tempi ancora lunghi, il nuovo procuratore dovrebbe arrivare tra la fine di questo autunno e l’inizio dei mesi invernali. Tutto dipende dalla formazione del Csm. E veniamo alla partita che si sta giocando nei palazzi di giustizia cittadina. Sono almeno una decina i magistrati partenopei che puntano a Palazzo dei Marescialli, in una campagna elettorale che si preannuncia tra le più aspre e incerte degli ultimi anni.

Sono nomi di magistrati conosciuti e apprezzati, quelli che si candidano al Csm, tra domenica e lunedì prossimi. In campo, il coordinatore del settore penale del Tribunale di Napoli, il giudice Tullio Morello, in quota Area; il consigliere di Corte di Appello Edoardo Cilenti (Mi); la presidente di sezione della Corte di appello Mimma Miele (Md); il giudice del Tribunale di Napoli Roberto D’Auria (Unicost).

E non è finita: fuori dalle correnti i giudici Massimiliano Sacchi e Maria Rosaria Pupo, entrambi in Corte di Appello a Napoli; e ancora corrono da soli (senza rinnegare il contributo storico espresso negli ultimi decenni dalle correnti) il giudice Giuseppe Cioffi e il pm Henry John Woodcock. Spiega il giudice Pupo: «Ho accettato la candidatura grazie a un sorteggio che è stato ratificato dinanzi a un notaio, oggi mi sto battendo per far conoscere a un collegio così ampio la nostra proposta, lavoro al di fuori delle correnti, vi assicuro che non è assolutamente semplice con un tempo tanto ristretto». Era ieri mattina in Tribunale a Napoli, il giudice Cioffi. Strette di mano in piazza Cenni, incontri nelle torri e un concetto su tutti: «Non ho una rete di collegamento, ho voltato le spalle alle correnti 25 anni fa, quando avrei potuto ottenere benefici di carriera. Purtroppo la spinta valoriale delle correnti si è esaurita». Spiega al Mattino il giudice Morello: «Rivendico il mio passato associativo, che conduco da 20 anni (su 31 di carriera). Ho fatto il giudice ma ho anche ricoperto cariche di vertice in Anm, esperienze che mi hanno arricchito, ma che non hanno mai minato la mia indipendenza».

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