Napoli, morto il professor Mancini precursore degli internisti: «Fu il padre del Policlinico»

Professore emerito di Clinica Medica presso l'Università Federico II

Napoli, morto il professor Mancini precursore degli internisti: «Fu il padre del Policlinico»
di Ettore Mautone
Martedì 24 Gennaio 2023, 08:28 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 07:21
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Un altro grave lutto ha colpito la comunità medica partenopea: si è spento all'età di 93 anni Mario Mancini, professore emerito di Clinica Medica presso l'Università Federico II. «Un maestro, un precursore e un innovatore Mancini - sottolinea Maria Triassi, presidente della scuola di Medicina - figura che si configura tra i padri fondatori del policlinico collinare, docente e studioso che ha segnato una svolta epocale nella cultura medica e nell'insegnamento della Medicina Interna a livello nazionale e internazionale, disciplina che dopo un appannamento subito negli anni dei tagli alla spesa sanitaria, quando i reparti di medicina venivano chiusi e ridimensionati, ha poi progressivamente invece riassunto, anche e soprattutto grazie alla sua figura, ai suoi studi e alla sua capacità di fare cultura, una nuova centralità che parte dagli studi sulla alimentazione e sul valore della Dieta Mediterranea di cui era un grande sostenitore nella prevenzione e per mantenere negli anni il benessere e lo stato di buona salute. Tutte le altre specialità mediche, dalla cardiologia, alla pneumologia, dalla endocrinologia alla geriatria che abbiamo visto all'opera durante il periodo pandemico, vengono idealmente assorbite e integrate nella Medicina interna che oggi ha una grande rivalutazione proprio per questi aspetti integrativi della unità del malato dopo anni di esasperata parcellizzazione dei saperi».

Mario Mancini nasce il 17 settembre 1930 a Napoli. Una passione lo spinge nell'immediato dopoguerra ad entrare alla facoltà di Medicina e appena laureato conosce il biologo e fisiologo della nutrizione, Ancel Keys, con cui inizia una serie di studi importanti che porteranno Keys, il padre della Dieta mediterranea studiata nel Cilento, a comprendere che l'alimentazione influisce sulle malattie cardiovascolari. Quando Keys gli offre di continuare a lavorare in America decide di restare a Napoli, dove apre una clinica medica e una scuola di medicina. Nonostante i suoi anni praticava attività fisica e nuoto, la dieta mediterranea e uno stile di vita sano. I funerali del professor Mancini si sono tenuti ieri pomeriggio, nella Parrocchia del Corpus Christi, a cui ha partecipato una piccola folla commossa di parenti, amici e di tanti colleghi e allievi che hanno condiviso con lui un pezzo di storia della medicina partenopea. Mancini è stato maestro nelle Scienze mediche «non perché pretendesse di avere il monopolio delle conoscenze - si legge in una nota diffusa dal Rettore della Federico II Matteo Lorito - ma per la sua fede in una medicina in cui la pratica clinica affonda le sue radici nella ricerca scientifica e le procedure diagnostiche e terapeutiche sono costantemente sottoposte alla verifica sperimentale».

«Con lui - aggiunge Triassi - la medicina clinica si è aperta alle nuove frontiere della interdisciplinarità a livello internazionale. I suoi allievi, selezionati in base a rigorosi criteri meritocratici, dovevano necessariamente affinare la loro formazione nelle capitali della cultura medica internazionale e alcuni di essi sono rimasti all'esterno». «Il professore Mancini - aggiunge Mario Delfino, ordinario di dermatologia della Federico II - ha lasciato un solco profondo nella vita dei suoi numerosi allievi e in quella delle persone che hanno potuto beneficiare della sua consulenza clinica; in tutti rimane indelebile il rapporto con una persona che ha saputo mettere al centro la relazione umana oltre che la grande levatura scientifica». Commosso e partecipato anche il cordoglio del presidente dell'Ordine dei medici Bruno Zuccarelli: «Perdiamo un professore emerito, fondatore della Scuola di medicina della Federico II. Una persona che accoglieva sempre tutti con un sorriso affettuoso. Cultura, autorevolezza e signorilità, tutte insieme e tutte in abbondanza ne tratteggiavano un profilo d'altri tempi».
 

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