«Tu sì che eri un grande uomo, ti sei fatto la galera con dignità», «Una vita in carcere, ora spero che tu possa essere in pace». Non si sono fatti attendere i commenti dei concittadini di Raffaele Cutolo, alla notizia della morte del boss indiscusso della nuova camorra organizzata di Ottaviano, sua città natale, dove vivono ancora la moglie, la figlia, e altri parenti. Commenti che ricordano che il boss non si è mai pentito, e che cozzano con quello del sindaco Luca Capasso, che ha voluto ricordare i morti e le «ombre» calate su Ottaviano con la Nco.
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Eppure pare che il professore, nella cittadina alle falde del Vesuvio, incuta timore anche da morto.
«Davanti alla morte di qualsiasi soggetto - si legge tra i tanti commenti - seppur sbagliato o miserabile, io porto rispetto. Esiste Dio per giudicare». E ancora «esternare veleno di fronte alla morte...l'inferno aspetta anche voi». Qualche altro invita i cittadini a tenere per sè i commenti, che altrimenti saranno «cancellati», «per rispetto ai familiari», e chi invoca il silenzio: «Non si gioisce per la morte di nessuno - scrive una donna - ma neanche si può celebrarlo, il silenzio sarebbe la scelta più intelligente e sensata. Di sicuro con lui moriranno molti segreti di Stato».