Striscioni e post sui social per i due rapinatori investiti e uccisi a Marano

Striscioni e post sui social per i due rapinatori investiti e uccisi a Marano
di Ferdinando Bocchetti
Domenica 28 Marzo 2021, 23:00 - Ultimo agg. 30 Marzo, 09:07
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«Hai lasciato un vuoto incolmabile, un vuoto dentro che nessuno potrà riempire. Eri una persona fantastica, sapevi tanto amore a tutti. Ora sei volato in cielo dal tuo papà. Sono sicura che ti ameranno tutti gli angeli del paradiso». A scriverlo in un post, apparso ieri sulle pagine social, è Annabella, la cugina di Ciro Chirollo, uno dei due rapinatori di Sant’Antimo che due giorni fa ha perso la vita in via Antica Consolare Campana.

Nel lungo post non c’è alcun riferimento alla vittima della rapina né tanto meno traccia di parole di condanna per le «gesta» dei due malviventi che avrebbero - armi in pugno - rubato un Rolex del valore di 20mila euro al 26enne di Marano Giuseppe Greco, indagato a piede libero con l’accusa di duplice omicidio volontario. C’è solo spazio per il ricordo e l’esaltazione della figura di un uomo che aveva scelto la strada del crimine. «Un giorno parlerò di te ai miei figli - si legge ancora nel commento apparso proprio sulla pagina Facebook del defunto rapinatore -. Devono sapere che eri una persona fantastica». Non è l’unico commento apparso in queste ore sulle pagine social. Marco, amico di Chirollo, in un altro post scrive: «La vita si prende sempre i più buoni. Ma Ciro vivrà per sempre». Altri familiari, conoscenti e amici del rione 219, dove il 30enne viveva, lo hanno invece ricordato con uno striscione («Resterai per sempre nei nostri cuori») esposto all’esterno di un campetto. 

 

A Sant’Antimo, la città in cui sono cresciuti i due malviventi travolti verosimilmente dalla Smart guidata da Giuseppe Greco, qualcuno ora teme che, da un momento all’altro, possa spuntare pure qualche altarino o murales. Il pericolo è evidenziato anche nelle parole di Domenico Cacciapuoti, attivista del territorio: «La città è da tempo al centro di tante vicende oscure e ora bisogna fare il possibile per stoppare sul nascere ogni forma di esaltazione dei delinquenti, magari attraverso i murales. Lo Stato, di recente, è riuscito ad assestare duri colpi ai clan, ma da qualche tempo è un fiorire di piccole bande e cani sciolti specializzati in furti e rapine che vengono compiute in tutto l’hinterland. È un pericolo da non sottovalutare».

Le indagini sui fatti di via Antica Consolare Campana non si fermano e potrebbero, già dalle prossime ore, riservare nuovi colpi di scena. C’è attesa, infatti, per l’autopsia disposta dalla Procura Napoli nord sui corpi dei due malviventi, Ciro Chirollo e il 40enne Domenico Romano.

I carabinieri della compagnia di Marano, che stanno analizzando i filmati registrati da alcuni sistemi di videosorveglianza, escludono categoricamente che uno dei due banditi - così come paventato dall’indagato durante l’interrogatorio con il pm Paolo Martinelli - possa essersi messo alla guida della Smart. I due rapinatori, secondo la ricostruzione degli inquirenti, erano sicuramente a bordo dello scooter (T-Max) quando si sono schiantati sull’asfalto dell’angusta arteria che collega Marano a Villaricca.

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Non è escludere che il 26enne, indagato per duplice omicidio volontario, possa essere nuovamente ascoltato dal pubblico ministero. Il racconto di Greco, infatti, sarebbe stato poco chiaro e infarcito di contraddizioni in alcuni passaggi. Il giovane, ascoltato nelle ore successive alla tragedia, era visibilmente provato e potrebbe aver omesso qualche particolare o fornito una versione dei fatti non corrispondente alla realtà. La strategia difensiva, che potrebbe contemplare la richiesta di un nuovo interrogatorio, sarà concordata nelle prossime ore con il suo legale di fiducia, l’avvocato Domenico Della Gatta. Giuseppe è indagato a piede libero, ma se dovessero emergere ulteriori prove a suo carico (dai filmati in possesso dei carabinieri di Marano o dall’esame autoptico sui corpi delle vittime) corre il rischio di finire in carcere o quanto meno agli arresti domiciliari. 

A Marano, la città in cui risiede con la famiglia, in molti sono dalla sua parte: «Lo dovrebbero premiare, altro che carcere o condanna», scrivono i suoi amici sulle pagine Facebook. E ancora: «Chi sceglie di rapinare una persona, sa bene a cosa può andare incontro». Sulla stessa falsariga anche i familiari del 26enne: «Giuseppe è un ragazzo incensurato e ha raccontato tutta la verità - dicono -. I rapinatori gli hanno sottratto sia l’orologio che l’autovettura. Ha riferito agli inquirenti, inoltre, della presenza di una seconda autovettura, un’utilitaria scura, a pochi metri dal luogo in cui è avvenuta la rapina. Bisogna assolutamente approfondire questo aspetto».
 

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