Reddito di cittadinanza, le storie
dei disoccupati tra speranza e scetticismo

Reddito di cittadinanza, le storie dei disoccupati tra speranza e scetticismo
di Andrea Ruberto
Mercoledì 6 Marzo 2019, 14:24 - Ultimo agg. 19:58
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Primo giorno per inoltrare richiesta del reddito di cittadinanza. Nonostante la poca affluenza registrata alle poste e ai Caf presenti sul territorio, sono tante le storie di chi attende il sussidio elargito dallo Stato. Storie di difficoltà economiche soffocanti, di stenti quotidiani e di occasioni che non arrivano mai.
 

“Sono disoccupato dal 2009 - racconta Antonio - Vivo con i miei genitori, senza un lavoro e senza nessun introito. Sono venuto a informarmi sul reddito di cittadinanza anche se credo sia una forma di ricatto. Non si può andare avanti con pochi spiccioli”. Allo scetticismo di Antonio fa eco Maria, anche lei disoccupata. “Ho bisogno di chiedere il sussidio - spiega - Non sono d’accordo con le modalità, ma non abbiamo altra alternativa al momento. È una forma di elemosina da parte dello Stato e non ci sta bene. Noi vogliamo un lavoro, che sia un salario minimo, ma garantito”. Tra chi attende il proprio turno all’interno dei Caf c’è però anche chi ha fiducia nel futuro e spera attraverso il sussidio di risollevare la propria condizione. “Mi trovo in una situazione di precarietà essendo disoccupato e avendo famiglia - afferma uno dei presenti - Spero di trovare un’occupazione duratura, perché il reddito non è per tutta la vita”. 

“Non mi hanno mai dato un lavoro, nella mia vita ho solo sofferto - racconta Antonio, venditore ambulante, che ha appena consegnato i documenti necessari per la richiesta - Io credo nel reddito di cittadinanza, con questa carta posso trovare lavoro. Anche se ho cinquant’anni sono disposto ad alzare anche i palazzi”.
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