Reddito di cittadinanza sospeso, protesta a Napoli: «Serve un reddito regionale»

Protesta al centro direzionale per «una seduta monotematica del Consiglio»

La protesta di Napoli
La protesta di Napoli
di Alessio Liberini
Giovedì 12 Ottobre 2023, 17:55 - Ultimo agg. 13 Ottobre, 06:39
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Dopo mesi di proteste e mobilitazioni in tutto il Sud, questa mattina la rete dei Comitati partenopei per la difesa e l'estensione del reddito di cittadinanza ha fatto tappa al Consiglio regionale della Campania. Dopo un breve corteo, partito intorno alle 11 da piazza Garibaldi, un gruppetto di circa 30 manifestanti ha raggiunto il centro direzionale chiedendo entro il mese di ottobre la convocazione di «una seduta monotematica del Consiglio» volta a tendere una mano, attraverso una serie di interventi d’urgenza, a chi ha subito l’interruzione del sussidio.

In Campania difatti si tratta di un vero e proprio esercito, stremato da inflazione e caro vita, che grazie alla famigerata carta gialla era riuscito negli ultimi anni a tirare avanti. Secondo i dati dell’Inps, forniti dagli stessi Comitati, nella nostra regione al giugno del 2023 i nuclei familiari che godevano del reddito superavano le 100mila unità. Ad oggi già 45mila di questi hanno però ricevuto il «drammatico Sms dello stop all’erogazione». 

Per mitigare la bomba sociale, gli ex percettori chiedono una discesa in campo concreta da parte di Palazzo Santa Lucia affinché garantisca una continuità di reddito per le famiglie più fragili «predisponendo un finanziamento straordinario di risorse attraverso i fondi europei».

Nel dettaglio, gli ex percettori chiedono alla Giunta regionale di varare un apposito ddl d’urgenza per «una variazione al bilancio di previsione» con lo scopo di giungere ad uno «stanziamento straordinario in termini di competenza e di cassa» fino alla fine del 2023. Almeno per dare una temporanea copertura a tutti i nuclei familiari che resteranno esclusi dal reddito.

«Chiediamo un intervento straordinario per garantire una continuità di reddito a tutti gli ex percettori – precisa Mario Avoletto, attivista della Rete a difesa del reddito di cittadinanza -  E allo stesso tempo sollecitiamo le istituzioni regionali a predisporre, a partire dal primo gennaio 2024, un intervento legislativo permanente con l’istituzione di una forma Regionale di Reddito di cittadinanza». L’esempio che portano all’attenzione gli attivisti napoletani è quello del “reddito di dignità” introdotto dalla Regione Puglia già nel 2016.

«In Campania – osserva Rosario Marra, del Comitato regionale per l'istituzione della Misura Integrativa Regionale di sostegno al reddito - ci sono una moltitudine di fondi spezzettati in mille modi tra misure sociali e occupazionali: bisogna concentrarli in un’unica misura come è stato fatto in Puglia, una regione Meridionale come la nostra dove si è riusciti a fare un reddito di dignità. Questo ci fa capire che la questione della copertura finanziaria è una bufala che serve solo a nascondere la mancanza di volontà politica: c’è un problema di finalizzazione delle voci di spesa ma non di mancanza di fondi». 

Al netto delle quotidiane dirette social del governatore De Luca, dove l’ex sindaco di Salerno più di una volta si è detto contrario al taglio del Rdc messo in atto dal governo Meloni, la “mancanza di volontà” della Regione Campania ad ascoltare le istanze degli ex percettori sembra difatti abbastanza palese. «Un chiaro diniego» lo definisce Avoletto mostrandoci la lettera redatta dai due Comitati dove sono contenute le proposte avanzate dagli ex percettori. Stamani, a seguito del sit-in all’esterno del Consiglio, i comitati sono riusciti ad ottenere che il documento venisse almeno protocollato dagli organi della Regione Campania. Protocollo conquistato però solo grazie all’intervento della consigliera regionale, ex 5 Stelle e ora nel gruppo misto, Maria Muscarà. L’unica figura istituzionale ad aver avuto l’ardore di confrontarsi con i comitati, prima dell’avvio del odierno Consiglio regionale nel quale la stessa ha anche presentato un’apposita mozione su “Reddito di cittadinanza, sostegno e politiche attive di intervento regionali”.

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Difficile però poter parlare di svolta, il dialogo costruttivo tra ex percettori ed istituzioni locali è difatti ancora parzialmente fermo. Lo dimostra il totale disinteresse verso gli attivisti dell’assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Marchiello, che al suo arrivo in Consiglio passa letteralmente davanti ai manifestanti senza neanche fermarsi a dialogare con loro, snobbandoli difatti totalmente. Parallelamente il Comitato per l'istituzione della Misura Integrativa Regionale di sostegno al reddito, che la scorsa estate ha anche presentato una apposita petizione popolare firmata già da ben 5mila cittadini campani, attende ancora una replica concreta dal Presidente del Consiglio, Gennaro Oliviero.

«Oggi – conclude l’attivista del Mir, Rosario Marra - la nostra attività sta confluendo con quella degli ex percettori e i compagni del Comitato di difesa del reddito con cui abbiamo firmato il documento. Infatti nella lettera consegnata stamattina c'è anche la richiesta di un intervento legislativo per istituire in Campania una forma di reddito regionale. Insomma se arriverà una risposta, come speriamo, alla missiva, nei fatti, ci sarà contestualmente anche una replica alla nostra bozza di proposta di legge regionale dal basso. Proposta che ha il solo obbiettivo di accelerare e stimolare l'intervento normativo regionale».

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