Rivenduti abiti destinati a bisognosi: business da 3 milioni, sequestri anche in Campania

Rivenduti abiti destinati a bisognosi: business da 3 milioni, sequestri anche in Campania
Martedì 28 Novembre 2017, 09:12 - Ultimo agg. 14:33
3 Minuti di Lettura
Gestivano illecitamente abiti usati destinati ai bisognosi dietro il paravento di un'associazione no profit ligure: per questo dalle prime ore di questa mattina - a conclusione di una complessa attività d'indagine svolta dai Carabinieri del Noe. di Milano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano-Dda - i Carabinieri del Gruppo per la Tutela dell'Ambiente di Milano, in Lombardia, Piemonte, Liguria e Campania, in collaborazione con i Comandi Provinciali Carabinieri territorialmente competenti, stanno dando esecuzione a vari provvedimenti cautelari oltre a perquisizioni e sequestri di beni a carico di appartenenti a una strutturata organizzazione criminale attiva.

Gli abiti usati, anziché essere destinati a persone meno abbienti, venivano invece successivamente rivenduti a titolari di società operanti nel settore del commercio di vestiti della Campania e della Tunisia. Grazie all'illecita gestione di oltre 10.000 tonnellate di capi di abbigliamento, gli indagati hanno realizzato un ingiusto profitto quantificabile in circa tre milioni di euro.

Nell'ambito dell'indagine i carabinieri hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre agli arresti domiciliari e sei misure cautelari dell'obbligo di dimora nel comune di residenza, oltre a numerose perquisizioni e sequestro di beni, emesse dal G.I.P. di Milano a carico di appartenenti alla struttura. In carcere con l'accusa di traffico illecito di rifiuti sono finiti C.S., 56enne amministratore Unico della società «Nuova Tessil Pezzame s.a.s.» di Solaro (MI) e G.G., 60enne Presidente della onlus «L'Africa nel Cuore» di Savona, mentre sono stati posti agli arresti domiciliari D.F., 53enne, S.D.P., 50enne e B.C., 52enne, rispettivamente socia accomandante e dipendenti dell'azienda di trattamento rifiuti di cui è finito in manette l'amministratore. Altri 6 soggetti, coinvolti nella raccolta porta a porta degli abiti usati sono stati sottoposti alla misura cautelare dell'obbligo di dimora nel comune di residenza.

L'indagine ha avuto avvio nell'ottobre del 2014 a seguito della rapina avvenuta nella residenza del titolare della «Nuova Tessil Pezzame», nel corso della quale era stata asportata un'ingente somma di denaro proveniente dall'illecita attività imprenditoriale dell'interessato. I successivi accertamenti delegati dalla Procura e sviluppati dai militari del N.O.E. di Milano, anche con l'ausilio tecnico delle intercettazioni telefoniche e di videoriprese sugli impianti di trattamento, hanno evidenziato l'esistenza di una struttura organizzata e ormai ben rodata, costituita da più soggetti operanti nel settore dei rifiuti che, grazie alla connivenza del Presidente della onlus «L'Africa nel Cuore» effettuavano la raccolta porta a porta di abiti usati, apparentemente destinati a soggetti bisognosi ed a popolazioni del Centro Africa, di fatto ottenendo un illecito arricchimento attraverso lo sfruttamento del comune senso di solidarietà. In realtà infatti, i capi raccolti, senza essere sottoposti alle previste operazioni di trattamento e recupero, venivano rivenduti a titolari di società operanti nel settore del commercio di vestiti della Campania e della Tunisia. Un'attività che ha consentito agli indagati di realizzare un ingiusto profitto quantificabile in circa tre milioni di euro.

In ottemperanza ai provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria, in fase esecutiva si è proceduto inoltre al sequestro del capitale sociale della società di trattamento rifiuti «Nuova Tessil Pezzame s.a.s.» e della onlus «L'Africa nel Cuore», nonché di 6 automezzi utilizzati per il trasporto e movimentazione dei rifiuti, per un valore stimato superiore ai 3.000.000 di euro. È stata data contestuale esecuzione a 12 decreti di perquisizione locale che hanno consentito il rinvenimento di copioso materiale documentale, ora al vaglio per il prosieguo delle indagini. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Milano e le proprie abitazioni a disposizione dell'A.G., con il divieto di comunicare con l'esterno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA