Capodichino, stop a 77 voli: «Noi ostaggi degli scioperi, nessuno ci ha avvisati»

Capodichino, stop a 77 voli: «Noi ostaggi degli scioperi, nessuno ci ha avvisati»
di Gennaro Di Biase
Domenica 17 Luglio 2022, 22:56 - Ultimo agg. 19 Luglio, 07:49
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Cuccuvilo ha le lacrime agli occhi. È arrivata a Capodichino da Bari, con marito e figlio, e la sua vacanza per l’Islanda è appena svanita nel nulla assieme al volo cancellato, il numero 6833. Persi 4800 euro. Intanto Tiarne Carragher, australiana, ha steso due lenzuola e si è accampata a terra nello scalo partenopeo. Per tornare a Londra, dovrà passare dalla Grecia. Intorno a lei, migliaia di trolley immobili e turisti smarriti nello scalo partenopeo, in attesa di una partenza o di un ritorno appesi a un filo. Quella di ieri è stata la domenica dei vacanzieri allo sbaraglio. La domenica nera dei 77 voli cancellati (37 arrivi e 40 partenze, dati Gesac) a causa dello sciopero dei controllori di volo (che ha causato stop anche di voli Ita) e delle compagnie low cost. Una giornata nera, che ha acuito i classici disagi dell’accoglienza (cantieri e trasporti) nella Napoli del boom turistico 2022. 

L’incertezza regna sovrana. Già dalle 8, l’ingresso principale dell’aeroporto è invaso da migliaia di viaggiatori immobili davanti al display dei voli, o al cellulare alla caccia di rimborsi da compagnie aeree o alberghi.

Capodichino sembra il museo delle cere di Londra, solo che a Londra non ci si può arrivare. Soppressioni anche per Parigi, Milano o Nord Europa. Disagi per tutti, insomma, code infinite e un fiume di corpi ai check-in: «Forse arrivo a Genova – sospira Maurizio De Rosa – Ora sono in questa fila infinita e non ne so molto». «Stiamo andando in vacanza post-maturità a Lloret de Mar – dice Lorenza Romano, “accampata” assieme alle amiche ai piedi di una montagna di trolley e zaini - Ci siamo avviate qui con largo anticipo per volare verso Barcellona, perché sapevamo dei disagi. Per ora stiamo incrociando le dita». 

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Due odissee di viaggio, tra le migliaia andate in scena nelle ultime ore, meritano un focus a parte. La giovane Tiarne, australiana, ha allestito una mini comfort-zone al primo piano dell’aeroporto. Due lenzuola ben stese a terra, in mezzo a bibite varie. Come se prendesse il sole a Positano. Invece aspetta sotto i neon dello scalo. «Vivo a Londra - spiega, in inglese - E sono stata in Italia per 10 giorni. Dovevo ripartire stamattina, ma ci hanno spiegato che per rientrare in Uk, probabilmente, dovremo passare per la Grecia». Da Napoli a Londra, di sicuro, Atene non è di strada. Teresa, nel piazzale esterno, piange dalla rabbia. «Ho prenotato il volo per Wizz Air per Reykjavík da circa un mese - racconta - Abbiamo pagato tutto, anche gli alberghi, per la settimana di vacanza che doveva iniziare oggi. Saremmo dovuti partire alle 11.30, e sapevamo che lo sciopero del personale di terra era fissato alle 14. Ci avevano garantito il viaggio. Quando siamo arrivati qui da Bari, abbiamo passato 10 minuti al check-in, poi il volo è stato cancellato. La cosa peggiore è che non ci sono prospettive: dovremmo partire da Roma mercoledì o da Milano giovedì, per restare poi in Islanda fino a domenica. Cioè solo per due giorni: la vacanza non la faremo più, in pratica. E neppure gli alberghi sono rimborsabili. Abbiamo perso 4800 euro totali. Ora faremo di tutto perché qualcuno ci ripaghi». «Meglio pagare qualcosa in più, piuttosto che affidarsi alle compagnie low cost», chiosa amaro il marito di Teresa, Luigi Saracino, lasciandosi Capodichino alle spalle. Le agitazioni, in questi tempi di redistribuzione di risorse ed equilibri globali, non mancano in nessun campo.  

 

Il caro vita occidentale, nel post-Covid, con la guerra energetica e quella ucraina in corso, si fa sentire non a caso nel settore del low cost e riguarda Ryan Air, Easy Jet, Volotea e Wizz Air. «77 cancellazioni totali per ieri, 17 luglio – fanno sapere da Gesac – Passeggeri avvisati dalle compagnie aeree, non si sono presentati in aeroporto». In molti casi, come documentato, non è stato così. Ma va sottolineato che il fermo non ha nulla a che vedere con la società che gestisce lo scalo partenopeo. Alla Gesac, infatti, lo sciopero è stato comunicato dalle sigle sindacali, e solo per il 17. Da oggi, le cose torneranno regolarmente al lavoro. Anche se lo stato di agitazione terminerà - riferiscono fonti Gesac - disagi potrebbero verificarsi nelle prossime ore per la penuria di personale che si sta registra a livello europeo, generando disservizi a cascata. 

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