Ercolano. Gioielliere uccise due rapinatori: sei anni agli altri della banda

Ercolano. Gioielliere uccise due rapinatori: sei anni agli altri della banda
Mercoledì 23 Novembre 2016, 17:39 - Ultimo agg. 20:53
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Sei anni di reclusione per gli autori della rapina che un anno fa costò la vita ad altri due complici della gang. Il Gup del tribunale di Napoli, Pietro Carola, ha pronunciato oggi la sentenza di condanna nel giudizio abbreviato richiesto da tutti gli imputati per la sanguinosa rapina ai danni del gioielliere Giuseppe Castaldo che, armato di pistola legalmente detenuta, fece fuoco contro altri due componenti della banda, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone, uccidendoli sul colpo.

Ad un anno di distanza dai fatti si chiude il primo grado di giudizio che ha visto alla sbarra Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito e Ernesto Labagnara. Sostanzialmente confermata la ricostruzione dei fatti operata dalla procura, rappresentata in udienza dal pm Stefania Buda.

Giuseppe Castaldo, in compagnia di un amico, aveva appena prelevato cinquemila euro dalla filiale del Banco di Napoli di fronte agli Scavi. Non si era accorto di essere finito nel mirino di una banda di professionisti che ne avevano seguito le mosse ed attendevano il momento opportuno per razziare il contante.

Castaldo esce dalla banca e torna a prendere la sua auto parcheggiata poco distante in un deposito di bibite. Arrivano Tedeschi e Petrone a bordo di uno scooter, gli puntano una pistola al volto e intimano di consegnare i soldi. Non si sono accorti che il gioielliere è armato. Castaldo estrae la pistola e mentre i banditi lo tengono ancora sotto tiro con quella pistola che poi si rivelerà caricata a salve, spara e li fredda entrambi all'istante.

Partono subito le indagini per identificare gli altri componenti della banda. I carabinieri della compagnia di Torre del Greco, sotto la direzione dei pm della Dda Pierpaolo Filippelli e Raffaello Falcone, a tempo di record identificano i complici: sono Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito e Ernesto Labagnara. Nel giro di poche settimane vengono tutti arrestati. Fanno parte di una banda di professionisti che gravita tra i quartieri napoletani di Secondigliano e della Sanità.

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