Soccorsi, accordo Asl-118 a Napoli: «Pronti 40 medici di base sulle ambulanze»

Scatta il reclutamento dei camici bianchi: «Così rafforziamo il settore dell’emergenza»

Una ambulanza a Napoli
Una ambulanza a Napoli
Domenica 5 Marzo 2023, 22:30 - Ultimo agg. 6 Marzo, 16:54
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Ambulanze del 118 a corto di medici: dopo averle provate tutte, senza molto successo, per reclutare tramite concorso camici bianchi disposti a lavorare in prima linea, la Asl Napoli 1 si affida ora al vecchio corso di formazione di 406 ore per l’emergenza territoriale. Un iter di formazione destinato a 40 medici convenzionati della medicina generale secondo quanto previsto dal contratto di categoria. Uno strumento già utilizzato trenta anni fa per far partire in Campania il primo nucleo di ambulanze medicalizzate al servizio del numero unico dell’emergenza territoriale che sorgeva in quegli anni.

Oggi questo percorso è riproposto come unica strada percorribile per tamponare l’emorragia di dottori registrata negli ultimi tre anni. Una cinquantina almeno quelli persi tra pandemia, pensionamenti e fughe vero altre attività. Un ulteriore tentativo per ripopolare di medici le ambulanze del 118 che oggi, con il solo infermiere e autista soccorritore a bordo, non possono fare né diagnosi né terapia sul luogo del soccorso, costretti per questo a trasferire tutti in ospedale, compresi i malati che non ne hanno bisogno. Un ulteriore aggravio per l’affollamento delle Emergency.  

A chiedere il nulla osta della Asl, per organizzare il corso di formazione per 40 medici attingendo alla graduatoria della Medicina generale, è stato alla fine di gennaio il direttore della Centrale operativa Giuseppe Galano.

Il corso - propedeutico ad altrettante assunzioni nel 118 cittadino - è previsto sia dal contratto di lavoro nazionale firmato nel 2009 sia in quello siglato nel 2022 ancorché quest’ultimo ancora atteso alla verifica per l’accordo integrativo regionale. La formazione per attrezzare i medici a fronteggiare le principali situazioni di emergenza e urgenza è riservata a sanitari motivati che aspirano a svolgere la loro attività nella rete dell’emergenza territoriale, segnatamente sulle autoambulanze del 118. Non sarà facile trovarli: il corso è a numero chiuso come detto per 40 aspiranti. 

Il costo complessivo della formazione, valutato dalla Asl in 18 mila euro, è stato attribuito agli aspiranti e dunque ammonterà a 450 euro per ognuno dei candidati ammessi. Gli aspiranti oltre alla laurea in Medicina devono essere inseriti nelle graduatorie della Medicina generale oppure della Continuità assistenziale (guardie mediche) sia a Napoli sia in Asl limitrofe o in subordine in tutti i territori della Campania. La precedenza sarà data all’anzianità di incarico. Evidentemente medici che sono da tempo nelle graduatorie ma scavalcati nella attribuzione delle zone carenti da chi ha più titoli o è in possesso della formazione specifica per la medicina generale, potrebbero valutare come una buona occasione di lavoro, questo bando della Asl e anche un’opportunità di qualificazione professionale. Il corso è suddiviso in una parte teorica con esercitazioni e un’altra pratica che consiste in un tirocinio sul campo sotto la guida qualificata di un Tutor. L’idoneità sarà sottoposta alla valutazione di una commissione ad hoc e si articolerà in una prova scritta, una pratica (consistente in simulazioni) e un colloquio. Un corso che mancava all’appello ormai da molti anni. La presenza dei medici convenzionati (non dipendenti della Asl) è in realtà una anomalia che più volte in questi anni si è cercato di sanare per creare il ruolo unico del medico del 118 e della rete dell’emergenza ma senza successo. 

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Sullo sfondo resta il nodo della carenza di personale, un punto critico che condiziona ogni piano di sviluppo sanitario e con cui dovrà fare i conti anche il nuovo atto aziendale della Asl Napoli 1 presentato dal manager Ciro Verdoliva. Un piano atteso ora al vaglio dei primari per poi essere trasmesso per l’adozione alla Regione. Numerosi i commenti che si sono susseguiti ieri tra chi plaude alla visione ambiziosa del manager e che bolla appunto, il programma di sviluppo, come “il libro dei sogni” proprio per l’assoluta mancanza d personale “specie nei Pronto soccorso”. C’è poi chi si chiede, tra i medici di famiglia, come saranno popolate le Case di comunità visto che questa categoria, deputata a far funzionare queste nuove articolazioni della medicina del territorio, non ha ancora siglato accordi regionali di nessun genere. Perplessità anche da parte dei neonatologi del Policlinico Federico II che considerano un doppione la nuova unità specialistica prevista all’ospedale del Mare (però prevista per legge proprio nei Dea di II livello come quello di Napoli est). Per finire le rivendicazioni degli infermieri che si chiedono «come si potrà realizzare questo ambizioso atto aziendale senza gli infermieri e gli infermieri pediatrici».

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