Sos al 118, morte in stazione
a Napoli: medico sospeso

Sos al 118, morte in stazione a Napoli: medico sospeso
di ​Carlo Porcaro
Sabato 26 Agosto 2017, 12:13 - Ultimo agg. 14:27
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Non avrebbe saputo che quella calda sera del 3 agosto, rivelatasi tragica per la morte di un 42enne alla Stazione Centrale che aveva bisogno di soccorso, c'erano ambulanze libere. Non avendo davanti a sé il monitor con chiamate e interventi del 118, il medico si sarebbe fidato delle comunicazioni degli operatori ed avrebbe comunicato la presenza di un mezzo quando era troppo tardi: tra la richiesta e l'invio dell'ambulanza, 20 minuti fatali. 

A quanto emerge, questa dovrebbe essere la linea difensiva del medico della Croce Rossa sospeso - insieme a quattro infermieri del Cardarelli - una volta concluso il lavoro di verifica su quanto verificatosi in quelle ore. In merito, non anticipa nulla com'è giusto che sia Paolo Monorchio, chirurgo presso l'ospedale Santobono e presidente della Croce Rossa di Napoli in queste ore in prima linea per soccorrere gli sfollati sull'isola d'Ischia. 

«Ho parlato con il collega: è dispiaciuto dell'accaduto, si tratta di una persona perbene e seria. Da lui attendo una relazione scritta», premette. Ad horas è scattata la sospensione di un dottore considerato esperto, formato tra l'altro proprio con un corso di specializzazione da Giuseppe Galano responsabile della Centrale operativa 118. 
«Ho chiesto una relazione dettagliata sugli eventi per arrivare ad una valutazione che andrà fatta con grande rigore. Se c'è stato un errore, bisogna assumersene la responsabilità. Io faccio il chirurgo e so che significa avere responsabilità di questo tipo - aggiunge Monorchio -. Si deve accertare la verità nell'interesse di tutti, del collega, del Cardarelli, della Croce Rossa e ovviamente della famiglia della vittima».

Il numero uno della Cri partenopea, consapevole della delicatezza di un caso di presunta malasanità che rischia di sporcare l'immagine dell'intero settore che ogni giorno lavora mettendosi a dura prova, ci tiene a «non emettere giudizi» ma trova «giusto che si faccia chiarezza in tempi brevi». Ad ascoltare il medico sospeso, valutare la sua relazione ed infine prendere i provvedimenti previsti dalla legge, «saranno gli organi competenti compresa la commissione interna dell'ospedale Cardarelli». Da chiarire in tempi brevi, ribadisce Monorchio «perché qui in gioco c'è la professionalità delle persone». 

La sensazione è che, da quando il governatore Vincenzo De Luca è stato nominato lui stesso commissario alla sanità, si voglia dimostrare il pugno duro contro chi sbaglia. «Hanno fatto bene alla Regione e all'Asl a non limitarsi alle dichiarazioni dei soggetti coinvolti commenta il presidente della Croce Rossa -. Fortunatamente ci sono le registrazioni. Insieme a Galano e Verdoliva capiremo dove c'è stato il corto-circuito». 

Spesso lodata e premiata, la Croce Rossa che opera in regime di convenzione con il 118 - da una parte difende se stessa e dall'altra non può sottrarsi alla ricerca della verità su quella notte in cui forse si sarebbe potuta salvare una vita. «È la prima volta che mi capita un episodio del genere: con noi lavorano persone esperte, ci sono pochi mezzi e tante chiamate, l'impegno soprattutto di notte è complicato», conclude.

Per la morte il 3 agosto scorso di Marco D'Aniello, affetto da talassemia, quattro infermieri e il medico sono soggetti di un procedimento disciplinare avviato per accertare i fatti quella notte: si tratta appunto del medico della Cri di quettro operatori della centrale del 118 del Cardarelli.

Il procedimento avviato inizialmente dal responsbaile del 118, Galano, è stato assorbito in quello dell'Asl e contestato formalmente ai quattro operatori e inviato alla Croce Rossa per il medico. 

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