Terra dei fuochi e miasmi, spazzatura per chilometri nella terra che non respira

Terra dei fuochi e miasmi, spazzatura per chilometri nella terra che non respira
di Maria Rosaria Ferrara
Venerdì 1 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 2 Ottobre, 09:23
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Il raggio d'azione è vasto e i miasmi potrebbero avere diverse origini. Il fenomeno del fetore nauseabondo che sta affliggendo l'area giuglianese da circa un mese ancora non ha una causa, ma gli imputati possono essere diversi. Nell'occhio del ciclone di istituzioni e forze dell'ordine sono finiti in particolare gli impianti che trattano rifiuti nella zona Asi di Giugliano. È lì che spesso si avverte quel lezzo che arriva anche in pieno centro, e fino a Qualiano e Villaricca. Ma tra impianti, discariche, sito delle ecoballe di Taverna del Re, canali inquinati e rifiuti abbandonati illecitamente in strada, risalire al «colpevole» sembra impresa impossibile. I controlli di Arpac e carabinieri della compagnia di Giugliano, guidati dal capitano Andrea Coratza, si susseguono notte e giorno ormai già da qualche settimana. Ma particolari anomalie, al momento, non sarebbero state riscontrate.

A finire nel mirino degli investigatori in primis la zona Asi, dove, oltre allo Stir gestito dalla Sapna, e al biodigestore della Castaldo, ci sono anche altre aziende che trattano rifiuti. Tra queste c'è la Leo Green che si occupa di raccolta, trasporto, stoccaggio provvisorio e smaltimento di carcasse e spoglie di animali.

Anche questa è stata oggetto di controlli e anche qui non sarebbero state riscontrate criticità. L'elenco di siti che trattano o fanno stoccaggio di rifiuti vede poi De Vita, B.Service, Cuma, Lica.fer, Nature Dream. Alcuni di questi impianti però trattano rifiuti che non dovrebbero emanare cattivi odori. 

Ma appena si lascia Ponte Riccio, la distesa di territorio offre molti altri indizi. Dalle discariche a Taverna del Re: l'area tra Giugliano, Qualiano, Villaricca e Parete è costellata di agglomerati di immondizia. In città c'è chi non esclude che i miasmi possano provenire da qualche discarica come cava Alma o Settecainati. Ma l'elenco dei siti è lungo: va dalla Resit, negli anni scorsi messa in sicurezza, a Novambiente, cava Riconta, Masseria del Pozzo. In alcune di queste è in corso la captazione del biogas. E poi c'è il sito di Taverna del Re che ospita milioni di ecoballe. Infine c'è la «pista» relativa a canali e depuratori. Ma anche qui sono solo ipotesi di cattivi funzionamenti o sversamenti illeciti. Nulla ancora di provato. 

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Il direttore tecnico dell'Arpac, Claudio Marro, spiega che «i controlli sono in corso in tutti gli impianti. Ci sono dei sospetti su cui sta lavorando la magistratura». La procura di Napoli Nord ha aperto infatti un'inchiesta. L'anomalia è che il lezzo si avverte sempre dopo le 18 e fino a tarda notte. Un disagio che sta scatenando le ire dei cittadini che sui social provano a darsi una spiegazione, a scovare il colpevole perché la situazione è insostenibile. Il clima in città va inasprendosi sempre più. Due giorni fa il vicesindaco Di Girolamo e l'assessore Coppola hanno denunciato di essere stati cacciati dalla zona Asi. «Siamo stati richiamati e invitati a ritornare all'ingresso della zona industriale», ha spiegato sui social l'assessore ai lavori pubblici: «Il presidente affermava che il Comune di Giugliano non avrebbe messo più piede in quella zona senza preventiva comunicazione formale e conseguente assenso da parte del consorzio. Abbiamo denunciato la gravità dell'accaduto alle istituzioni regionali e ai vertici del Consorzio Asi Napoli. In questa città c'è puzza, una puzza che non proviene solo dai rifiuti». Il titolare del biodigestore Castaldo ha invitato ieri le istituzioni a «non istigare la popolazione senza cognizione di causa». Il sindaco Pirozzi replica dicendo di «non voler fomentare nessuno» ma di «voler capire il problema dov'è. Non ho detto - spiega Pirozzi - che lui è il colpevole, altrimenti ci sarebbero già provvedimenti in corso, ma sicuramente in molte parti del suo impianto c'è una puzza esagerata». 

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