Stupro a Capodanno a Napoli, assolto. La vittima: «Una beffa»

Vomero, viene scagionato il cameriere: «Prove carenti: la denuncia non basta»

Un tribunale
Un tribunale
di Leandro Del Gaudio
Sabato 1 Luglio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 16:59
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Si dice pronta ad andare avanti in questa vicenda. Si sente determinata a fare ricorso in appello, convinta delle proprie ragioni: «Quella notte sono stata drogata, ho perso coscienza e sono stata violentata. Non smetterò mai di battermi per affermare quella che per me è una verità granitica». Sedicesimo piano, giudice Campanaro, il verdetto dà ragione all’imputato e sconfessa le conclusioni degli inquirenti, a proposito della presunta violenza sessuale che si sarebbe consumata a capodanno del 2022, in un appartamento del Vomero. Chiaro il verdetto del giudice: assolto per insufficienza di prove. Non basta la versione della parte offesa, in questo caso c’era la parola dell’uno contro quella dell’altra. 

In sintesi, nel corso dell’inchiesta non è stata dimostrata la somministrazione della cosiddetta droga dello stupro, all’interno di un locale di via Kagoshima, che avrebbe fatto da preludio alla violenza sessuale. In aula, era presente Alessandra, cittadina americana giunta a Napoli per costituirsi parte civile e per dare forza alla denuncia formalizzata subito dopo la notte della presunta violenza sessuale.

Spiega al Mattino, subito dopo aver ascoltato il verdetto di assoluzione: «Credo fermamente nel valore della denuncia e consiglio a tutte le donne (o alle parti offese in genere) di non esitare a denunciare. Chi subisce un torto, una violenza tanto subdola, deve credere fino in fondo nella giustizia e nel riprino delle regole. Se ho affrontato anche oggi un viaggio tanto lungo per stare qui a Napoli, l’ho fatto per ribadire questo principio: sono rigorosa con me stessa e con gli altri, chiederò ai miei avvocati se ci sono margini per un appello». 


Difesa dai penalisti Claudio Botti e Caterina Migliaccio, Alessandra lascia il Tribunale di Napoli, battendo su un punto in particolare: «Nelle carte delle indagini c’erano i riscontri concreti alla mia denuncia, anche se - quando mi sono recata in ospedale - non mi hanno fatto uin test specifico per la cosiddetta droga dello stupro, che avrebbe confermato la concretezza della mia versione».

Soddisfazione da parte dell’imputato. Difeso dai penalisti Giorgio Pace e Francesco Paone, il giovane uomo ha sempre respinto le accuse. Ha ribadito di aver consumato un rapporto consenziente, al termine di una serata trascorsa in famiglia, in un clima di festa, durante la notte di Capodanno. Spiegano i legali dell’imputato: «Non era possibile immaginare una sentenza diversa da quella pronunciata dal giudice, alla luce del compendio indiziario presentato in aula e dai riscontri sostenuti dalla difesa. Anche per quanto riguarda la presunta somministrazione della cosiddetta droga dello stupro, va ricordato che agli atti ci sono le testimonianze di avventori ed esercenti del locale vomerese, che coincidono su un punto in particolare: tutti hanno notato momenti di cordialità reciproche all’interno del locale notturno, di effusioni; qualcuno ha detto che “quei due sembravano fidanzati”, a conferma della piena sintonia che esisteva tra il nostro assistito e la cittadina americana». 

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E a proposito del mancato test legato alla cosiddetta droga dello stupro? «Sono state fatte analisi ematiche, che non hanno dato alcun esito in questo senso. Non so neppure se esista un test specifico sulla cosiddetta droga dello stupro, gli esami sono stati effettuati prima delle 48 ore, se ci fossero state sostanze stupefacenti in circolo sarebbero state segnalate dai markers». Una vicenda che ora attende il deposito delle motivazioni del giudice, che dovrà fare chiarezza tra due versioni uguali e contrarie, alla luce del verdetto firmato ieri: assoluzione per insufficienza di prove, un imputato che esce a testa alta dal Tribunale e una donna che non si arrende. E che dice: «Andrò fino in fondo in questa storia, quella notte sono stata drogata, non ci sono state verifiche specifiche su questa circostanza». 

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