Uno sparo, poi lo stupro della giovane cugina: arrestato amico del boss

Lo choc dopo le ferite e il ricovero in ospedale, la denuncia ai carabinieri

Violenza sulle donne
Violenza sulle donne
di Dario Sautto
Lunedì 19 Giugno 2023, 22:56 - Ultimo agg. 22 Giugno, 06:22
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Sotto la minaccia di una pistola, è stata costretta a seguire suo cugino in casa e lui, dopo aver esploso un colpo d’arma da fuoco, l’avrebbe picchiata, ammanettata e violentata. E, dopo l’accaduto, come se nulla fosse successo lui l’avrebbe accompagnata a casa chiedendole scusa per l’inconveniente.

Un racconto atroce che sembra preso dalle scene del film Arancia Meccanica, ma che – hanno ricostruito gli investigatori – è, invece, quanto accaduto a una donna stabiese lo scorso 4 aprile, vittima di un familiare da anni ritenuto nell’orbita del clan D’Alessandro. 

Ieri pomeriggio, i carabinieri della stazione di Castellammare di Stabia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, nei confronti di V.S., un 49enne già noto alle forze dell’ordine, imparentato con alcuni elementi di spicco del clan D’Alessandro, stavolta accusato dei reati di violenza sessuale e porto illegale di arma da fuoco, nonché di lesioni personali aggravate. 

Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, «hanno consentito di raccogliere a carico del 49enne gravi indizi di colpevolezza quale autore dei citati reati in danno di una donna a lui legata da vincoli di parentela», scrive in una nota il procuratore Nunzio Fragliasso. I fatti risalgono al 4 aprile, quando il 49enne avrebbe incontrato sua cugina, anche lei residente a Castellammare. V.S. avrebbe deciso di condurre la donna in un’abitazione e, dopo due chiacchiere e un caffè, avrebbe iniziato con le avance, inizialmente respinte dalla cugina. A quel punto, il 49enne – è emerso nel corso delle indagini – ha impugnato una pistola e, dopo aver esploso un colpo in aria per intimidire la vittima, l’avrebbe costretta a sdraiarsi su un materasso. 

Qui il racconto della vittima si trasforma in un incubo, molto vicino alle scene più cruente del film di Stanley Kubrick. Sempre sotto la minaccia della pistola, V.S. avrebbe ammanettato sua cugina, che ha raccontato di aver provato ad opporsi alle violenze. Il 49enne l’avrebbe colpita più volte in maniera selvaggia con calci e pugni per piegare ulteriormente la sua volontà, per poi obbligarla a subire una terribile violenza sessuale, nonostante il grado di parentela così stretto.

Dopo aver dato sfogo agli istinti bestiali, prosegue la ricostruzione degli inquirenti, V.S. ha liberato sua cugina, offrendosi anche di riaccompagnarla a casa. Durante il viaggio di ritorno, il 49enne ha pure chiesto scusa per l’accaduto. 


La donna, una volta rientrata a casa sanguinante per le ferite riportate, si è recata in ospedale per farsi visitare. Ricoverata, i medici dell’ospedale San Leonardo di Castellammare l’hanno dimessa solo dopo alcuni giorni con ferite e lesioni su tutto il corpo e una prognosi di un mese per la guarigione. Solo in un secondo momento, la donna ha deciso di confermare quanto accaduto, raccontando ai carabinieri che effettivamente era stata vittima di una brutale aggressione a sfondo sessuale da parte di un cugino legato al clan D’Alessandro.

Un’aggressione sfociata in una violenza carnale atroce, che la donna difficilmente potrà mai dimenticare. Le indagini, minuziose, condotte dai carabinieri stabiesi e coordinate dal pool fasce deboli della Procura di Torre Annunziata, hanno permesso di ricostruire l’inquietante quadro accusatorio nei confronti del 49enne, che annovera una sfilza di precedenti penali ed è imparentato con alcuni uomini di fiducia dei vari boss che si sono alternati alla guida della cosca del rione Scanzano. Un dettaglio che rende ancora più inquietante l’intera vicenda. 

Ieri pomeriggio, V.S. è stato raggiunto dai carabinieri nella sua abitazione di Castellammare, ammanettato e subito accompagnato in una cella del carcere Salvia di Poggioreale. Nei prossimi giorni comparirà dinanzi al giudice per l’interrogatorio di garanzia.

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