Tangenziale di Napoli, cinquestelle all’attacco: «Basta con il pedaggio, intollerabile»

Tangenziale di Napoli, cinquestelle all’attacco: «Basta con il pedaggio, intollerabile»
di Paolo Barbuto
Giovedì 16 Luglio 2020, 07:59 - Ultimo agg. 13:18
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La Tangenziale di Napoli ufficialmente non ha vissuto nessun sussulto per la questione Aspi. Ufficialmente, appunto, perché ufficiosamente la realtà è che proprio per i venti chilometri di strada veloce cittadina (che appartengono al 100% a Società Autostrade) s’è già aperta una poderosa guerra di successione.

IL PEZZO PREGIATO
Nella piccola galassia Aspi, Tangenziale di Napoli è il boccone più prelibato. Si tratta della strada più trafficata d’Italia con oltre 125mila automezzi che la percorrono, per intero, ogni giorno; è una delle strisce d’asfalto più redditizie del mondo: nel 2019 i ricavi operativi totali d’esercizio hanno raggiunto 73 milioni, significa che un singolo chilometro di Tangenziale ha prodotto 3,5 milioni di euro. Quale percorso autostradale a cielo aperto riesce a generare ricavi tanto clamorosi? In sella alla società napoletana c’è il sempiterno Paolo Cirino Pomicino che, dicono i bene informati, avrebbe già sistemato tutto per evitare spodestamenti violenti: chi origlia le telefonate dalla stanza del presidente Pomicino sostiene di aver percepito segnali di distensione. Chi esamina la questione dal di fuori spiega che il segnale di distensione percepito nei corridoi di Tangenziale sta semplicemente nella promessa di un defenestramento lieve, senza polemiche né tensioni e con un accordo preventivo. La certezza è che dal protagonista per adesso non viene fuori un solo sussurro e che la versione ufficiale offerta da Tangenziale di Napoli sulla questione Autostrade è la seguente: «Siamo una società diversa da Aspi, abbiamo una concessione diversa da Aspi che scadrà nel 2037, non sappiamo nulla e non abbiamo nulla di cui preoccuparci».

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LA CESSIONE
La vicenda napoletana legata a Tangenziale, ovviamente sta mettendo a soqquadro il mondo della mobilità locale. Il presidente della commissione trasporti del consiglio comunale di Napoli, Nino Simeone, l’altro giorno ha lanciato la sua ipotesi: «Con una gestione pubblica di Aspi, anche la Tangenziale di Napoli potrebbe smettere di essere privata. Ovviamente occorrerebbe un accordo fra Comune e Regione per un piano di gestione adeguato da presentare al Mit, che consenta di garantire identica sicurezza e il mantenimento dei posti di lavoro, naturalmente con la cancellazione del pedaggio». La questione è stata considerata (ovviamente) priva di qualunque fondamento da parte di Tangenziale. Proprio sul fronte del pedaggio è intervenuto l’onorevole Amitrano del Movimento 5 stelle il quale a settembre aveva presentato, sul tema, un’interrogazione al ministro de Micheli. La risposta è giunta in pieno lockdown e suona, più o meno, così: «In sede di revisione del contratto di concessione verrà approfondito il tema del pedaggio così come sarà data la massima priorità agli investimenti sulla sicurezza». L’onorevole Amitrano ha sottolineato che la risposta oggi è più che mai attuale: «È ora di dire basta alla costosa beffa del pedaggio che i napoletani sono costretti a subire. La Tangenziale di Napoli è l’unico tratto autostradale urbano a pagamento: 20 km di lunghezza con pedaggio mentre, ad esempio, il Gra di Roma si sviluppa per quasi 70 km e non ha alcun casello, nessun pedaggio. Un costo ingiusto che pesa intollerabilmente sulle tasche dei napoletani e del tessuto produttivo. Bene ha fatto Valeria Ciarambino a rilanciare questa battaglia di civiltà».

IL PEDAGGIO
Proprio la questione del pedaggio è sul tavolo dei vertici della società dall’inizio del 2020 quando il Ministero ha comunicato a Tangenziale (e a tutte le altre società concessionarie) che non ci sarebbe stato aumento percentuale rispetto all’anno precedente. La questione ha un valore importante perché sull’aumento della percentuale di pedaggio esigibile si basano i “balzi” più o meno biennali imposti da Tangenziale che “arrotonda” il valore alla cifra più prossima: se l’aumento non raggiunge i cinque centesimi, il pedaggio resta invariato, se li supera, viene aggiornato ai dieci centesimi successivi.  Piccola curiosità: per il 2019 Tangenziale chiese un aumento del pedaggio dell’1,21% ma il ministero dei Trasporti e quello delle Finanze, munifici, lo alzarono fino all’1,82%. Piccole gentilezze d’altri tempi.
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