Taverna del Ferro, il Comune di Napoli: «Nuove case a chi è in regola»

Il vertice tra il vicesindaco Lieto e i "ribelli"

La protesta
La protesta
di Giuliana Covella
Martedì 9 Gennaio 2024, 10:59
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«Sono sicuro che Diego sarebbe felice di questo cioè che le persone che vivono lì avranno case migliori: è una sorta di ennesimo miracolo che lui ha compiuto». A parlare è Jorit Agoch, lo street artist che ha firmato i murales, tra cui quello di Maradona, che andranno giù insieme a quei palazzoni costruiti nel Bronx di San Giovanni a Teduccio dopo il terremoto dell'80. Una mega opera di riqualificazione che porta la firma del Comune di Napoli e vedrà la realizzazione di nuovi alloggi. Intanto ieri una delegazione del Comitato ex Taverna del Ferro ha occupato alcuni uffici del Consiglio comunale per chiedere garanzie sul futuro. Mentre l'artista simbolo della street art commenta così la notizia che dagli edifici scompariranno le sue opere: «Ovviamente mi dispiace ma non dimentichiamo che l'opera serviva proprio ad accendere i riflettori sul Bronx e a dare voce alle persone che ci vivono e la cosa importante è che le persone abbiano case confortevoli in cui vivere. Mi stanno scrivendo in tantissimi che sono dispiaciuti che l'opera venga buttata giù, non so che dire, non sono scelte che mi competono. Magari si potrebbero tenere in piedi anche soltanto i primi 20 metri sui 500 in cui c'è Diego e in quella scala su ogni piano fare studi per artisti emergenti, scuole d'arte per ragazzi di strada o le sedi di tutte le associazioni e realtà sociali del territorio; teatro, danza, doposcuola, uffici comunali. Un po' come si farà a Scampia con le Vele - aggiunge - per avere una testimonianza storica e un simbolo del quartiere».

Il 2 febbraio aprirà il cantiere per la riqualificazione finanziata dal Pnrr per 106 milioni di euro, che coinvolge 360 famiglie che finalmente potranno avere una collocazione adeguata. Si partirà con l'abbattimento di due grandi palazzoni sulle cui facciate ci sono i murales di Jorit dedicati a Maradona e Che Guevara. I residenti chiedono una soluzione che possa preservarli, essendo peraltro meta di turisti. In generale si prevede la ricostruzione di nuovi alloggi, con aree coperte e scoperte di pertinenza e relative attrezzature pubbliche. «Un progetto storico importante - afferma il presidente della VI Municipalità Sandro Fucito - che mi auguro serva a garantire le persone, non solo a edificare nuove pietre e rappresenti per le famiglie la prospettiva di una casa dignitosa.

Sul murale di Maradona credo sia legittimo difendere un'opera che ha contribuito a dare attenzione al territorio e spero che nel progetto quella raffigurazione sia preservata».

«Abbiamo occupato una stanza del palazzo di via Verdi perché si deve dare una accelerata - dice la portavoce del Comitato Rosaria Cordone - attendiamo di incontrare il sindaco Gaetano Manfredi perché vogliamo rassicurazioni sulla nostra collocazione futura».

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E sul murale di Maradona aggiunge: «Le case e la riqualificazione sono molto più necessarie e importanti. Comunque nel nuovo progetto sono previste due strutture a nord e a sud per poter riprodurre i murales». Ad ascoltare le istanze di coloro che occupano gli alloggi senza essere assegnatari e in questi mesi sono stati raggiunti da intimazioni di rilascio degli immobili, sono state la presidente del Consiglio comunale Enza Amata e il vicesindaco Laura Lieto. Quest'ultima ha assicurato che tutti i nuclei familiari censiti dal Comune all'interno dei due fabbricati destinati alla demolizione potranno chiedere di partecipare all'assegnazione dei 360 nuovi alloggi. «Nel corso del censimento fatto - ha spiegato Lieto - è emerso che alcuni nuclei familiari non erano in possesso dell'assegnazione dell'alloggio, ma lo avevano occupato trovandosi in condizioni di necessità. In questi casi la polizia locale è tenuta a emettere provvedimenti. La preoccupazione di queste persone è legittima, ma il problema è superato dal programma speciale che sarà avviato dal Comune. Gli assegnatari avranno diritto ad un nuovo immobile, mentre chi non lo è ma si è registrato nell'ambito del censimento potrà partecipare al programma speciale e chiedere una sistemazione temporanea triennale. Nel corso del triennio il Comune effettuerà un monitoraggio per verificare il possesso di tutti i requisiti per la definitiva assegnazione».

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