Maradona, è polemica sull'abbattimento del murales di Jorit a San Giovanni a Teduccio

L'appello di Jorit: «Teniamo in piedi anche soltanto i primi 20 metri del Bronx»

Napoli Est, polemica sui murales da abbattere
Napoli Est, polemica sui murales da abbattere
di Alessandro Bottone
Domenica 7 Gennaio 2024, 20:00 - Ultimo agg. 8 Gennaio, 07:55
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La futura riqualificazione di Taverna del Ferro porterà via i quattro murales che Jorit ha realizzato sulle facciate del cosiddetto Bronx. Le opere di street art andranno giù insieme alle palazzine popolari di San Giovanni a Teduccio, nella zona Est di Napoli, così come previsto dall'ambizioso progetto di rigenerazione urbana che, entro il 2026, cambierà il destino del complesso residenziale a ridosso del parco Troisi. Molti residenti sono contrari a cancellare i volti di Maradona, del Che Guevara e di Niccolò che hanno acceso un faro sulle difficili condizioni in cui vivono centinaia di persone che, invece, attendono da tempo una svolta per case dignitose e spazi sicuri.

Già da tempo i murales rappresentano per gli abitanti del popoloso quartiere di Napoli Est elementi di forte riconoscimento identitario. E, non da meno, un attrattore se si considera la visibilità che il grande volto de El Pibe de Oro ha restituito a quest'angolo di San Giovanni a Teduccio che attende da tempo condizioni migliori. La grande opera di Jorit, infatti, è stata più volte meta di turismo sportivo, e non soltanto, e ha ottenuto, sin dalla sua realizzazione, grande appeal da parte di media e attraverso i social network. 

I murales, questo è certo, andranno giù insieme alle due stecche del Bronx. L'ipotesi iniziale di lasciare in piedi le facciate di street art e i blocchi di case direttamente alle spalle è stata presto scartata per scegliere l'abbattimento totale voluto dal Comune di Napoli insieme ai residenti. La scelta - annunciata da Il Mattino agli inizi dello scorso anno - è stata poi messa nero su bianco nel progetto di fattibilità tecnico-economica approvato ad agosto dalla giunta comunale guidata da Gaetano Manfredi avendo a disposizione i fondi del Pnrr e quelli del Pon Metro Plus 21-27 per un totale di 106 milioni e mezzo di euro. Negli atti si fa riferimento a nuovi spazi che potranno ospitare altre opere di street art. In particolare, si propone la costruzione di due edifici. «Le strutture sono pensate con forte sviluppo verticale (circa 30 metri) anche al fine di consentire di ospitare i murales presenti sulle facciate cieche degli edifici destinati alla demolizione», si legge nei documenti di Palazzo San Giacomo. «I murales - scrivono i progettisti - rappresentano un elemento di forte caratterizzazione del sito tale da motivarne la rifazione in due punti significativi sul piano percettivo». 

In particolare, sono stati scelti due spazi di Taverna del Ferro: il primo è il giardino “Mao Tse Tung” dove andrebbero riproposti i Che Guevara. L'altra area è quella dell’impianto di sollevamento gestito dal consorzio di bonifica delle paludi, nella rotatoria di viale 2 Giugno.

Qui andrebbero riproposti i dipinti presenti sulle facciate Sud, quindi anche il Maradona. Il nuovo edificio, oltre a includere gli impianti esistenti, ospiterebbe anche un osservatorio pubblico sul quartiere e le sue trasformazioni. A ben vedere «le destinazioni funzionali e la precisazione progettuale degli edifici sono subordinate agli esiti del processo di coprogettazione in corso» e l'effettiva «realizzazione dell’edificio in piazzetta Maradona è subordinata a un accordo da stipulare con il Consorzio di Bonifica delle Paludi di Volla», si legge negli atti. Inoltre, nel progetto di agosto 2023 il Comune aveva considerato anche le spese per opere artistiche per 45mila euro ma la cifra non compare nel quadro economico aggiornato a fine anno.

Molti chiedono di salvare il murales dedicato al grande calciatore. La richiesta passa attraverso i social con un appello da parte del gruppo Facebook piazzetta Maradona che si dice favorevole alla generale riqualificazione di Taverna del Ferro. Sul punto interviene Jorit, autore delle opere e, quindi anche del Maradona. «Ovviamente mi dispiace ma non dimentichiamo che l’opera serviva proprio ad accendere i riflettori sul Bronx e a dare voce alle persone che ci vivono e la cosa importante è che le persone abbiano case confortevoli in cui vivere», spiega a Il Mattino l'artista di fama internazionale che aggiunge: «Mi stanno scrivendo in tantissimi che sono dispiaciuti che l’opera viene buttata giù, io non so che dire, non sono scelte che mi competono», puntualizza Jorit. Lo street-artista lancia ancora una idea: «Magari si potrebbero tenere in piedi anche soltanto i primi 20 metri sui 500 del Bronx in cui c’è Diego e magari in quella scala su ogni piano fare tutti studi per artisti emergenti, scuole d’arte per ragazzi di strada o le sedi di tutte le associazioni e le realtà sociali che ci sono sul territorio: teatro, danza, doposcuola, uffici comunali. La cosa fondamentale e il grande risultato, per nulla scontato, è che finalmente verranno date delle case migliori alle persone che vivono nel Bronx. E sono sicuro che Diego sarebbe felice di questo: è una sorta di ennesimo miracolo che Diego ha compiuto», afferma Jorit.

 

Il programma di rigenerazione di San Giovanni a Teduccio ha scadenze ben precise. A febbraio, come anticipato da Il Mattino, saranno avviate le prime demolizioni: si parte dai garage e box a ridosso delle palazzine dove si costruiranno le prime nuove abitazioni. Intanto si lavora alla progettazione e in primavera saranno approvati il definitivo e l'esecutivo che consegneranno il disegno finale della nuova Taverna del Ferro case nuove, verde, spazi sportivi e, a questo punto, nuovi murales.

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