Bronx, via i campetti e giù gli alloggi ma salvi i murales: il futuro di Taverna del Ferro

Bronx, via i campetti e giù gli alloggi ma salvi i murales: il futuro di Taverna del Ferro
di Alessandro Bottone
Lunedì 28 Febbraio 2022, 21:32
4 Minuti di Lettura

Via l'area sportiva che fa spazio a tre grattacieli da dodici pieni, una "stecca" del Bronx da demolire e tanto verde. Si immagina un nuovo futuro per l'area di Taverna del Ferro, ovvero la zona di San Giovanni a Teduccio, quartiere a est di Napoli, conosciuta ai più grazie ai quattro enormi murales realizzati da Jorit.

Partiamo proprio dalle famose opere di street art: queste resteranno esattamente dove sono. Non si demoliranno le facciate dipinte da Jorit né gli alloggi subito alle loro spalle. Si buttano giù soltanto i quattro blocchi centrali dell'imponente "stecca" su cui è stato dipinto il faccione di Diego Armando Maradona. In generale, il piano approvato dal Comune di Napoli, competente sull’enorme area di oltre 31mila metri quadrati, intende rifunzionalizzare gli spazi in chiave ecosostenibile, nonché rigenerare e rivitalizzare un angolo di Napoli Est dal punto di vista economico «attraverso un’opportuna integrazione di attrezzature secondarie a servizio delle unità residenziali». E naturalmente migliorare il decoro urbano e il tessuto sociale e ambientale. Si tratta di una vera e propria rivoluzione per il complesso di Taverna del Ferro realizzato negli anni Ottanta del secolo scorso su progetto dell’architetto Pietro Barucci nell’ambito del piano straordinario di edilizia residenziale istituito con la legge 219 del 1981 per la ricostruzione delle zone toccate dal terremoto dell’Irpinia.

Il progetto appena sfornato da Palazzo san Giacomo prevede diverse fasi.

La prima - da realizzarsi nell’area che attualmente ospita i campetti degradati e inagibili - lascia spazio a tre torri residenziali, ai parcheggi e a un parco verde ad uso pubblico. Si riqualifica anche la strada comunale Taverna del Ferro. Il secondo passaggio consiste nella demolizione parziale del corpo di fabbrica nord (lato area sportiva) - i cui residenti verranno trasferiti nelle tre nuove torri - e la realizzazione di un parco pubblico nello spazio che si libera. Gli alloggi da buttare giù sono ben 144 e la loro demolizione avverrà soltanto dopo la realizzazione dei grattacieli e il trasferimento degli abitanti. In questa fase si riqualifica anche la "piastra" attrezzata soprelevata, ovvero lo spazio ai piedi degli alloggi lato mare.

Si guarda anche all’esistente. Tutti gli alloggi che non saranno demoliti - ovvero quelli alle spalle di Maradona e del Che e tutti quelli della "stecca" lato mare - saranno oggetto di riqualificazione energetica e strutturale: negli atti si specifica che tali lavori saranno «realizzarsi senza lo spostamento degli attuali residenti dagli edifici». Si vuole ottenere un miglioramento dal punto di vista energetico con un “salto” di almeno due classi. Pensare che, allo stato attuale, molte abitazioni sono infiltrate dall’acqua piovana vista l’inesistenza di un vero e proprio solaio. Inoltre, in seguito alla verifica di vulnerabilità sismica, «saranno effettuate opere volte al miglioramento sismico delle strutture».

Nei nuovi grattacieli si prevede la realizzazione di spazi condominiali di uso comune - lavanderia, nursery, ludoteche, spazi per riunioni assembleari, feste, manifestazioni e dibattiti - e l'installazione di impianti fotovoltaici e di collettori solari termici. Col progetto si intende creare spazi a nuove attività commerciali e servizi. Non mancheranno i parcheggi: quelli ad uso pubblico saranno posti lungo la strada mentre quelli esclusivi per i residenti saranno realizzati sottoterra. Un passaggio interessante riguarda le prossime scelte progettuali che saranno condivise con le comunità locali «garantendo forme di pianificazione partecipata, in modo tale da attivare sinergie con il terzo settore», si legge negli atti approvati dalla giunta guidata da Gaetano Manfredi. Nello specifico sarà coinvolto anche il “Comitato di lotta ex Taverna del Ferro”, già da tempo attivo nella richiesta di riqualificazione del complesso di San Giovanni a Teduccio. Difatti, la realtà si è mobilitata anche per chiedere di far ritornare gli operai nei vani scala e negli spazi comuni: un intervento che, però, appare ormai sostanzialmente superato rispetto al progetto predisposto dagli uffici comunali nelle ultime settimane.

Il Comune di Napoli, dunque, ha candidato la riqualificazione dell'area di Taverna del Ferro al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il progetto di fattibilità tecnico-economica ha un importo complessivo di 52 milioni di euro. Per eseguire i lavori previsti saranno necessari 1140 giorni ovvero oltre 3 anni. Molti di più se si guarda a tutto l’iter per arrivare ad aprire il cantiere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA