Bipiani, Corradini, Bronx: a Napoli Est la rigenerazione urbana è al palo. Si spera nel Pnrr

Bipiani, Corradini, Bronx: a Napoli Est la rigenerazione urbana è al palo. Si spera nel Pnrr
di Alessandro Bottone
Martedì 15 Febbraio 2022, 17:39
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Il "campo bipiani" da abbattere, i capannoni dell'ex Corradini da recuperare, tante aree da bonificare e riqualificare. Sono diversi gli spazi della zona orientale di Napoli da restituire ai cittadini dopo decenni di degrado e abbandono. In queste settimane si ragiona su come utilizzare le risorse del PNRR per dare una smossa a progetti di rigenerazione urbana che da tempo restano al palo.

Non sono ancora partiti i delicati interventi per smantellare i "bipiani" di via Isidoro Fuortes, tra i quartieri Barra e Ponticelli. Gli alloggi del post terremoto realizzati in amianto sono ancora occupati da numerose famiglie che, nella primavera del 2021, sono state diffidate ad andare via così da poter mettere mano ai lavori finanziati con le risorse del 'Piano Strategico' della Città Metropolitana e già messi a gara con tanto di modifica al capitolato d'appalto proprio per poter procedere a piccoli passi con la bonifica dell'amianto e la progressiva rimozione dei container.

Una operazione ormai "congelata" da mesi, con decine e decine di famiglie che vivono in condizioni fatiscenti e tra i pannelli di amianto. Il nodo è proprio la presenza degli occupanti. La soluzione - annunciata ieri in commissione con delega all'urbanistica dall'assessore del Comune di Napoli Laura Lieto - potrebbe essere «la costruzione di 104 strutture abitative destinate agli abitanti dei manufatti da abbattere» grazie ai quasi 24 milioni dal fondo complementare del PNRR. L'area da utilizzare potrebbe essere anche quella posta di fronte agli attuali alloggi, ovvero lo spazio nel quale insisteva il primo "villaggio" di bipiani abbattuto nei primi anni Duemila.

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Ex Corradini di San Giovanni a Teduccio. I capannoni dello storico complesso industriale sul litorale di Napoli Est sono ormai ruderi invasi da sterpaglie e rifiuti. Pezzi di storia che crollano sotto il peso dell'usura ma anche per la mano di veri e propri sciacalli, come quelli che hanno sottratto le strutture portanti in metallo di un vecchio capannone che affaccia sul mare. Nei diciannovemila metri quadrati da riconsegnare al quartiere e alla città si è immaginato di realizzare un distretto di produzione artistico-culturale, per attività ricettive e spazi per il tempo libero. Venti milioni di euro già pronti erano previsti per il restauro degli immobili e per la ricostruzione delle aree crollate. Ora l'amministrazione comunale guidata da Gaetano Manfredi rilancia: «la riqualificazione della ex fabbrica Corradini per un finanziamento richiesto di 50 milioni di euro, da inserire nel più ampio piano di riqualificazione del waterfront di San Giovanni a Teduccio», si dettaglia nel report dell'incontro tra i consiglieri comunali. Quest'ultimo è uno dei progetti candidati alle risorse del contratto istituzionale di sviluppo ‘Vesuvio- Pompei- Napoli’.

Nella riunione si è parlato anche di altre zone di Napoli Est su cui intervenire, scelte che saranno condivise nei «laboratori territoriali per il coinvolgimento della popolazione». Per quanto riguarda l'importante patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ovvero i numerosi alloggi popolari, l'assessore Lieto ha illustrato un secondo progetto per interventi sulle aree verdi e comuni del cosidetto 'lotto 10’ di Ponticelli, ovvero del complesso di via Scarpetta in zona Porchiano: qui si prevede la realizzazione di giardini, orti urbani e aree di parcheggio per un costo complessivo di 37 milioni di euro. Si guarda anche alla zona di Taverna del Ferro, ovvero delle palazzine del Bronx su cui è arrivata l'attenzione dopo i murales di Jorit: la rigenerazione dell'area dovrebbe passare attraverso i 52 milioni di euro con i quali si punta a realizzare 160 alloggi e aree verdi. Qui si attendono la prosecuzione dei lavori nelle scale e parti comuni della seconda "stecca" di alloggi e gli interventi per eliminare le infiltrazioni di pioggia dai solai. Entrambi hanno copertura su "vecchie" risorse mai spese per rigenerare l'area.

Milioni di euro da assicurarsi per poter recuperare fette di territorio particolarmente compromesse da diversi lustri. Altro importante lavoro sarà necessario per rigenerare gli spazi della cosiddetta "spina CIS" di Ponticelli: parliamo degli enormi spazi lungo via Napolitano, via Coppi e via Malibran. Altro ancora per provare a riattivare beni comunali abbandonati da tempo, come l'ex cittadella 'Città dei Bambini' di fronte all'ospedale del Mare, e i numerosi edifici pubblici in disuso.

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