Omicidio a Napoli, l'ipotesi della vendetta dietro la morte dell'ingegnere ucciso con un colpo di pistola in faccia

Quindici anni fa collaborò con la giustizia in una inchiesta per corruzione

Il corpo di Salvatore Coppola
Il corpo di Salvatore Coppola
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 13 Marzo 2024, 13:33 - Ultimo agg. 15 Marzo, 07:04
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La vendetta viene dal passato. E il passato in alcuni contesti non è mai definitivamente sepolto. Quanto basta a spingere gli inquirenti a ragionare su quanto avvenuto quindici anni fa, nel corso di una inchiesta su presunte corruzioni nel settore immobiliare, storie in cui c'entravano anche soggetti legati al clan Mazzarella.

È su questo scenario che si lavora per ricostruire movente, esecutori e mandanti dell'omicidio di Salvatore Coppola, il 66enne ucciso martedì notte in un garage di un supermercato in corso Protopisani a San Giovanni a Teduccio.

Un omicidio eccellente, decisamente atipico, non fosse altro che per il curriculum della vittima.

Coppola era un ingegnere, si era formato nel campo immobiliare, aveva vissuto una carriera da professionista nel settore che macina affari, a proposito di compravendita di locali commerciali e alloggi privati. Quindici anni fa venne coinvolto in una indagine per corruzione, nella quale decise di dare seguito a una collaborazione con le istituzioni. Le sue dichiarazioni finirono agli atti di una inchiesta a carico dei Mazzarella o comunque di altri clan della periferia orientale, quanto basta a spingere la Procura a chiedere e ottenere una misura di protezione sul suo conto: per alcuni anni, Coppola è stato infatti domiciliato nel sistema di protezione centrale del Ministero, un trattamento assicurato ai pentiti di mafia per ovvi motivi di sicurezza e di opportunità. Poi, superata la fase investigativa più calda, era tornato a Napoli, scegliendo di vivere lontano dall'area est di Napoli, la periferia in cui è radicato lo zoccolo duro del clan Mazzarella.

 

Martedì notte lo hanno ucciso nel peggiore dei modi: gli hanno sparato al volto, colpito in faccia, con dei proiettili che hanno spezzato il sogno di riscatto all'insegna di una vita borghese. Inchiesta condotta dalla Dda di Napoli, facile intuire che verranno rispolverati i verbali messi agli atti quindici anni fa al cospetto del pm Woodcock.  

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