Napoli, ragazzi travolti e uccisi in via Terracina: i genitori rifiutano 60 mila euro dall'imputato

In aula è stata rigettata la proposta di rito abbreviato condizionato richiesto dagli avvocati dell'imputato

Francesco Altamura e Lucia Morra
Francesco Altamura e Lucia Morra
di Melina Chiapparino
Martedì 12 Marzo 2024, 21:11 - Ultimo agg. 23 Aprile, 13:12
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«Giustizia per Lucia e Kekko». Lo striscione con i volti dei due giovani napoletani travolti da un’auto a fine settembre, è stato esposto dai loro familiari all’ingresso del tribunale in piazza Cenni. Il manifesto con su scritto «vogliamo una pena certa ed esemplare» è stato affisso ieri mattina, in occasione della prima udienza per il duplice omicidio stradale di Francesco Altamura e Lucia Morra, i due amici poco più che ventenni investiti mentre erano a bordo di uno scooter in via Terracina, la notte tra il 29 ed il 30 settembre. 

L'incidente che ha stroncato il futuro di Lucia e Francesco è avvenuto su via Terracina che i ragazzi stavano percorrendo a bordo di uno scooter per tornare a casa dopo una serata trascorsa al cinema. Entrambi i giovani sono morti sul colpo a causa dell'impatto violento contro l'Audi modello R4 condotta da D.L., 34enne napoletano che aveva noleggiato l'auto di lusso e che, intorno all'una e mezza, ha invaso la carreggiata opposta, centrando in pieno i centauri. Le indagini della sezione Infortunistica della polizia municipale, in quel periodo comandata da Antonio Muriano, presente in aula, hanno rilevato l'alta velocità dell'auto, la positività del 34enne ad alcuni test tossicologici e la presenza dei caschi di protezione che i giovani indossavano. In aula, è stata rigettata la proposta di rito abbreviato condizionato richiesto dagli avvocati dell'imputato per l'acquisizione di nuove prove per cui il procedimento, che sarà dibattuto a fine aprile, proseguirà con il rito abbreviato. 


Trentamila euro per ciascuna vittima è stata la somma proposta «come ristoro e conforto economico» ai genitori dei ragazzi dal team di avvocati dell'imputato, difeso da Antonio Abet e Gandolfo Geraci «vicini al dolore umano dei familiari». Una cifra e un gesto «rigettati e considerati offensivi» dai familiari di Lucia e Francesco che erano presenti in aula, alcuni con le t-shirt a loro dedicate come la fidanzata del 23enne. «Siamo stati condannati all'ergastolo la vita per noi non è più la stessa, non vogliamo altro che il massimo della pena per una persona che ha commesso un omicidio» hanno fatto sapere Gianfranco Morra e Felice Giacomo Altamura, presenti in aula con le mogli, i figli e i rispettivi avvocati Sergio Pisani, in rappresentanza della famiglia di Lucia e Teresa Amato e Luigi Poziello per la famiglia di Kekko. Assente, invece, il 34enne evaso dagli arresti domiciliari, ora detenuto nel carcere di Poggioreale. 

I familiari dei due giovani hanno fatto sapere che «il risarcimento, stabilito dai giudici, verrà devoluto in beneficenza» come ha sottolineato Felice Giacomo Altamura e «la lotta continuerà per avere leggi più dure contro chi guida dopo aver assunto alcool», ha ribadito Gianfranco Morra che ha intenzione di fondare un comitato per una “legge semaforo rosso” contro chi guida alterato.

L'appello dei genitori di Kekko e Lucia è stato sostenuto dal deputato Francesco Emilio Borrelli e dalla consigliera comunale, Alessandra Clemente, entrambi coinvolti in manifestazioni di vicinanza e sostegno. Manifestazioni che - secondo gli avvocati dell'imputato - «non devono condizionare l'imparzialità dei giudici».

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